Lo sviluppo della senologia chirurgica moderna
Di Salvo Catania - Marzo 2004
La
cura chirurgica del
tumore della mammella
ha conosciuto nella storia della medicina tre momenti
rivoluzionari che hanno condizionato le scelte
terapeutiche in maniera determinante.
Il primo risale addirittura al
1894,
anno in cui una figura straordinaria di scienziato, W.
Halsted, ebbe il merito di abbattere la barriera di
rassegnazione che circondava la malattia ritenuta sino a
quel momento incurabile, portando alla ribalta un tipo
di intervento, la mastectomia radicale con svuotamento
dei linfonodi ascellari, praticato sino agli anni
settanta del secolo scorso come unica opzione chirurgica
per la cura del tumore della mammella.
Tuttavia il successo
dell’intervento
demolitore e la sua accettazione
acritica, oltre a provocare esiti dolorosi ed
invalidanti alle pazienti, finì per provocare un blocco
del pensiero ed una sorta di rassegnazione tale da far
stagnare la ricerca scientifica per diversi decenni.
Fu l’Istituto dei Tumori di Milano, che negli anni
settanta aveva presentato all’Organizzazione
Mondiale della Sanità uno studio rivoluzionario, a
iniziare a sviluppare un nuovo corso della
chirurgia conservativa
della mammella.
Tutti gli studi successivi hanno dimostrato la base
razionale di questa filosofia nel senso che ormai è
stata raggiunta la consapevolezza che la conservazione
della mammella, oltre ad essere importante in termini di
impatto sulla qualità della vita delle pazienti, non
condiziona il rischio di metastasi a distanza e di
sopravvivenza globale rispetto alla classica mastectomia
radicale.
Pertanto
l’intervento conservativo proposto
all’attenzione del mondo scientifico dal professor U.
Veronesi (quadrantectomia
e svuotamento dei linfonodi ascellari)
ha finito per diventare la procedura chirurgica più
praticata, in alternativa alla mastectomia radicale, per
i tumori diagnosticati in fase precoce.
Dal 1994
la chirurgia senologica ha proseguito il suo cammino
presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano,
sviluppando ulteriormente il concetto di “conservazione”
non solo della
mammella ma anche dei
linfonodi ascellari.
L’asportazione dei linfonodi ascellari infatti non è
sempre necessaria essendo il rischio di metastasi
ascellari strettamente correlato alle dimensioni del
tumore primitivo, che oggi viene identificato in uno
stadio sempre più precoce.
Con l’asportazione sistematica dei linfonodi si corre il
rischio di asportare inutilmente tessuto linfatico che
risulta al successivo esame microscopico frequentemente
indenne.
Inoltre, la rimozione dei linfonodi ascellari, può
compromettere la funzionalità dell’arto e aumentare il
rischio di effetti collaterali, senza tener conto del
fatto che non è logico asportare tessuto
immunocompetente che aiuta le difese immunitarie.
Poiché non ci sono esami strumentali in grado di
rivelare prima dell’intervento un eventuale
interessamento dei linfonodi, senza asportarli,
recentemente è stata messa a punto la cosiddetta tecnica
del linfonodo
sentinella.
E’ noto che le cellule tumorali che si staccano dal
tumore, seguendo le vie linfatiche, migrano all’ascella
passando da uno o più linfonodi che sono posti “a
sentinella” del sistema linfatico della regione. Se
questa stazione-sentinella risulta sana è molto
probabile che anche tutti gli altri linfonodi siano
indenni ed è pertanto inutile asportarli.
Come
si fa ad identificare il linfonodo sentinella?
Utilizzando una sostanza radioattiva, che viene
iniettata prima dell’intervento in prossimità del
tumore. Questa sostanza segue la stessa via linfatica
seguita da eventuali cellule tumorali e viene bloccata
dal linfonodo sentinella.
In tal modo il linfonodo può essere identificato,
mediante una sonda rilevatrice di radioattività. La
dimostrazione intraoperatoria che il linfonodo
sentinella è negativo consente di risparmiare tutti i
rimanenti linfonodi del cavo ascellare con risultati
cosmetici e funzionali più soddisfacenti. La nostra
Unità Operativa di Senologia esegue tale tipo di
intervento dal
1998 e applica la procedura del
linfonodo sentinella quando se ne presentano le
indicazioni e cioè in oltre l’80% dei tumori della
mammella trattati.
Anatomia dei
linfonodi e vasi linfatici del torace e
del collo e
collegamento con i linfonodi ascellari.
Linfonodo
sentinella identificato con colorante e sonda
rilevatrice di Radioattività.
Approfondimenti
I dolori al
seno (mastalgia, mastodinia)
Agobiopsia
della mammella (MAMMOTOME)
Linfonodi (o linfoghiandole) ed il sistema linfatico
Illustrazioni Linfonodi e Linfonodo sentinella
Marcatori
tumorali (tumor markers)
La mammella maschile (ginecomastia-
carcinoma)
Lo sviluppo della senologia chirurgica moderna
Secrezioni del seno
Micrometastasi linfonodali e dissezione ascellare
|