1-Dormire poco è un fattore di rischio di tumore
del seno? (Studio su un campione di infermiere che fanno il turno
di notte ).
E’ la conclusione di uno studio apparso su Epidemiology nel mese
di gennaio. Questa ricerca viene dopo diverse altre ed in particolare
dopo uno studio rigoroso pubblicato nel settembre scorso su European
Journal of Cancer che aveva concluso che le donne che lavorano di
notte presentano un aumento del rischio di tumore del seno.
In questo studio veniva indicato come indiziato numero uno la carenza
di melatonina. L’ipotesi prospettata è che, dormendo poco, si produce
una quantità inferiore di melatonina, e questo fenomeno farebbe
mancare un segnale fondamentale per il controllo delle cellule tumorali
maligne.
Lo studio pubblicato a gennaio 2006 ha esaminato un campione di
infermiere che, per lavoro, alcune volte alla settimana non dormono
di notte. Oltre centomila le donne che la Harward Medical School
di Boston ha osservato dal 1989. Nell’arco di 12 anni più di 1300
donne hanno sviluppato un tumore al seno.Tra queste le infermiere
che da più di 20 anni facevano turni di notte, hanno avuto una maggiore
incidenza di tumore al seno rispetto a chi di turni ne aveva fatti
meno oppure niente.
L’ipotesi che la melatonina possa svolgere un ruolo protettivo è
stata confermata da un gruppo di scienziati americani che hanno
dato la prima dimostrazione in vivo degli effetti della melatonina
su tumori sperimentalmente indotti nell’animale. L’infusione di
sangue prelevato da donne che avevano fatto una buona dormita, e
quindi ricco di melatonina, in animali affetti da tumori al fegato
o alla mammella, aveva avuto un significativo effetto (rallentamento-arresto)
sulla crescita tumorale.
L’opposto di quello che è accaduto trasfondendo sangue povero di
melatonina prelevato dalle stesse donne che di notte sono state
svegliate e sottoposte a luce brillante per novanta minuti.
2- Può essere evitata la dissezione ascellare
nelle donne anziane ?
In attualità in senologia 2005 avevamo già riportato alcuni dati,
che nel 2006 sono stati riconfermati da analoghi studi apparsi su
Journal of Clinical Oncology, secondo i quali è dimostrato che in
donne anziane con linfonodi ascellari clinicamente negativi, la
dissezione ascellare può essere evitata, consentendo un miglioramento
della qualità della vita senza nel contempo compromettere la possibilità
di sopravvivenza a lungo termine.
Contemporaneamente su Cochrane Database of Systematic Reviews, è
apparso uno studio secondo il quale in donne di 70 anni e più, la
terapia chirurgica, con o senza ormonoterapia, consente di ottenere
risultati clinici migliori rispetto al solo trattamento endocrino
3-Attenzione ai rimedi naturali che riducono l’efficacia
della chemioterapia
Secondo uno studio dell’Università di Manchester una donna su due,
in cura per tumore della mammella, fa ricorso a terapie complementari
non convenzionali per alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia.
In Europa questo problema riguarda una donna su tre e in Italia
una su quattro. In testa ai rimedi alternativi l’omeopatia, la fitoterapia,
e l’agopuntura.
Questi dati sono emersi alla V conferenza europea sul tumore della
mammella (Nizza ,marzo 2006). Secondo Pierfranco Conte direttore
del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Modena e Reggio
Emilia “la ricerca del benessere è un diritto del paziente : l’importante
è non affidarsi al > fai da te< indiscriminato, ma parlare con il
proprio oncologo quando si intende assumere qualsiasi preparato.
Spesso si ritiene che un prodotto non chimico faccia bene a prescindere.
Al contrario le sostanze di origine vegetale possono essere tossiche,
causare gravi interazioni o reazioni allergiche”.
E’ il caso dell’aloe di cui ultimamente si parla per le presunte
proprietà antitumorali :”alcune sostanze presenti nella pianta-
spiega Francesco Cognetti direttore scientifico dell’Istituto Regina
Elena di Roma – riducono l’efficacia della chemioterapia.”
4-L’assunzione di soia riduce il rischio di tumore
al seno ?
Uno studio apparso sul Journal Natl.Cancer Inst. conferma che una
dieta ad elevato contenuto in soia è associata ad una lieve riduzione
del rischio di tumore mammario. Purtroppo occorre osservare che
è prematuro raccomandare una dieta di tal genere a scopi preventivi
perché recentemente altri studi hanno suggerito che i costituenti
della soia sono estrogeni e quindi POTENZIALMENTE rischiosi.
E’ necessaria quindi ancora una ulteriore rigorosa verifica e rivalutazione
dei dati epidemiologici prima di poter dare raccomandazioni appropriate
in merito, soprattutto per le donne che hanno già avuto in passato
la malattia o che sono ad alto rischio per ragioni di familiarità.
5- Lo sport fa bene al seno, ma serve un corretto
sostegno (reggiseno sportivo)
Nel 2005 in “attualità in senologia” abbiamo riportato diversi lavori
che mettevano in grande risalto l’importanza dello sport e dell’attività
fisica nella prevenzione del tumore del seno. Anche correre quindi
è una arma di prevenzione, ma occorre indossare un reggiseno contenitivo.
Alcuni ricercatori dell’Università di Portsmouth, studiando tridimensionalmente
il movimento delle mammelle durante la corsa, hanno osservato che
ogni seno compie spostamenti in media di 9 cm ad ogni passo compiuto
e che per ogni miglio (oltre 1 km e mezzo) , il seno rimbalza per
circa 135 metri !!!
Poiché ogni seno pesa, mediamente, tra i 200 e i 300 grammi, le
conseguenze di questi movimenti possono dar luogo a dolorosi stiramenti
e irreversibili danni antiestetici, come conseguenza dello stress
cui sono sottoposti la pelle di rivestimento ed i tessuti connettivi
di questa parte del corpo ,conosciuti come i “legamenti di Cooper”.
Adottando un classico reggiseno si riducono i rischi del 38 %. Adottando
un reggiseno di tipo sportivo si riducono i rischi addirittura del
78 %. I reggisen sportivi adatti sono conosciuti sotto la sigla
“shock absorber” e ne esistono di diverso tipo.
6- Osteoporosi in pazienti trattate con inibitori
dell’aromatasi (Letrozolo,Anastrozolo…..)
Nel corso del V Congresso European Breast Cancer tenutosi a Marzo
a Nizza in Francia, alcuni Autori inglesi hanno presentato uno studio
secondo il quale l’utilizzo precoce di ACIDO ZOLEDRONICO (un nuovo
bifosfonato per impiego endovenoso) sia in grado di prevenire la
perdita di massa ossea in pazienti con carcinoma mammario trattale
con inibitori dell’aromatasi (Letrozolo, Anastrozolo, Vorozolo,
Examestane ).
7-Asimmetria mammaria e tumore del seno
Su Breast Cancer Research Autori dell’Università di Liverpool presentano
i dati di uno studio secondo il quale una ASIMMETRIA MAMMARIA costituisce
un fattore di rischio del carcinoma mammario
8-Esistono tumori del seno non aggressivi ?
Secondo alcuni Autori svedesi su British Medical Journal ben il
10 % dei tumori mammari diagnosticati attraverso lo screening mammografico,
in donne di età compresa tra i 55 e i 69 anni che probabilmente
NON avrebbe dato segno di sé nel corso della vita restante della
paziente.
9-Attenzione alle informazioni promozionali sui
nuovi medicinali fornite dalla industrie farmaceutiche
Non solo i pazienti , ma soprattutto i medici devono stare attenti
al materiale fornito dalle industrie farmaceutiche che promuovono
un nuovo farmaco. Tre brochure su 20 riportano infatti dati inesatti,
diversi dai risultati degli studi originali.
L’invito quindi è quello di “andare alla fonte”. Da una indagine
promossa da Roberto Caldarelli dell’University of North Texas Health
Science Center, risulta che 15 su 20 studi erano risultati validi
ma ben 16 erano stati finanziati dall’industria farmaceutica produttrice
del farmaco.
10) - La dieta di tipo occidentale aumenta la
mortalità in affette da carcinoma
E’ l’opinione di autori californiano espressa sul Journal of Clinical
Oncology.
11) - Il consumo di caffè riduce il rischio di
tumore al seno familiare ?
Questa la sorprendente conclusione di autori canadesi (I. J.of Cancer)
secondo i quali il consumo è associato ad un minor rischio nelle
donne con familiarità e mutazioni dei geni BRCA.
12) - Alimenti ad alto indice glicemico innalzano
il rischio di carcinoma mammario
Secondo uno studio italiano dell’Istituto Mario Negri di Milano
, innalzando i livelli ematici insulinici e dei fattori di crescita
insulino-simili, si ha un aumento del rischio di carcinoma mammario
(Annali of Oncology).
13) - Una dieta a basso contenuto di grassi non
riduce il rischio ?
Sorprendentemente uno studio su JAMA statunitense sostiene che una
dieta a basso contenuto di grassi, nelle donne in pot-menopausa,
non riduce il rischio di tumore mammario in modo significativo.
14) - I deodoranti sono cancerogeni ?
Uno studio britannico (J.of Applied Toxicology) mette in guardia
sull’uso dei metalloestrogeni contenuti ad esempio in molti deodoranti
ascellari e che possono esercitare un effetto stimolante sul tessuto
ghiandolare mammario con la conseguenza di un aumento del rischio.
15) - Le protesi mammarie non aumentano il rischio
di tumore
Autori americani e svedesi lo sostengono in uno studio pubblicato
su J.of the National Cancer Institute.
16) - La vitamina D attraverso l’esposizione
solare riduce il rischio di tumore.
Secondo autori canadesi l’esposizione solare in età giovanile o
tutte le condizioni (assunzione alimentare) che determinano una
elevata disponibilità della vitamina D, è in grado di prevenire
significativamente il tumore della mammella. Questo studio è stato
riconfermato da un altro studio statunitense nel 2007 (American
Journal of Epidemiology), riconfermando l’azione protettiva della
vit D, ma solo nelle donne di pelle chiara.
17) - Acido zelodronico e inibitori aromatasi
Breast cancer therapy and bone - Nel corso della 5th European Breast
Cancer Conference, tenutasi a Nizza, in Francia, sono stati presentati
i risultati di uno studio di autori britannici, secondo il quale
l'utilizzo precoce di acido zoledronico è in grado di prevenire
la perdita di massa ossea in pazienti con carcinoma mammario trattate
con inbitori dell'aromatasi
18) - Mastecomia bilaterale profilattica e qualità
della vita
Secondo gli autori di uno studio statunitense pubblicato sul Journal
of Clinical Oncology, le donne con carcinoma mammario unilaterale
sottoposte ad asportazione profilattica della mammella controlaterale
a distanza di anni sono contente della propria decisione e presentano
una buona qualità di vita.
19) - Diminuisce con gli anni il programma di
follow-up della mammografia
Autori della Università del Massachusetts di Worrchester, negli
Stati Uniti, affermano sulla rivista Cancer che, in donne operate
per tumore al seno, l'aderenza ad un corretto programma di follow-up,
con esecuzione annuale di una mammografia, diminuisce progressivamente
con il passare degli anni.
20) - La gravidanza riduce rischio in donne affette
con mutazioni BRCA
In donne di età superiore ai 40 anni con mutazioni dei geni BRCA1
e BRCA2, precedenti gravidanze riducono il rischio di sviluppo di
un carcinoma mammario, secondo quanto affermato da uno studio francese
pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.
21) - Più vantaggioso lo screening con Risonanza
Magnetica in mutazioni BRCA1
Una ricerca di autori californiani pubblicata su JAMA sostiene che
lo screening con Risonanza Magnetica Nucleare Mammaria presenta
un rapporto costi/benefici più vantaggioso nelle pazienti portatrici
di mutazioni del gene BRCA1 che in quelle con mutazioni del gene
BRCA2.
22) - Seno voluminoso e aumento del rischio
Le donne con seni voluminosi presentano, rispetto a quelle con seni
di piccole dimensioni, un rischio più elevato di sviluppare in premenopusa
un carcinoma della mammella, secondo quanto sostenuto da autori
statunitensi in una ricerca comparsa sull'International Journal
of Cancer
23) - Protesi mammarie e rischio
L'impianto di protesi mammarie a fini cosmetci non è associato ad
un aumentato rischio di sviluppare nel tempo carcinomi del seno,
secondo quanto sostenuto da autori canadesi sull'International Journal
of Cancer.
24) - Rischio dei tecnici di radiologia
Un team di autori statunitensi afferma, sulla rivista Cancer, che
le donne che in decenni passati hanno svolto l'attività di tecnici
di radiologia sono esposte ad un rischio maggiore di sviluppare
un carcinoma mammario, ma che tale rischio non risulta significativamente
aumentato in coloro che svolgono attualmente tale attività
25) - Statine e rischio
Le statine idrofobiche (simvastatina, lovastatina, fluvastatina)
sono in grado di ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma mammario,
secondo quanto sostenuto da un articolo statunitense comparso sul
Journal of the National Cancer Institut
26) - Contraccettivi orali e rischio
Secondo quanto affermano ricercatori statunitensi sulla rivista
Mayo Clinic Proceedings, l'uso di contraccettivi orali, in particolare
nel periodo antecedente la prima gravidanza a termine, determina
un incremento della probabilità di manifestare un carcinoma mammario
in donne in premenoipausa.
27) - Cisti ovariche benigne riducono il rischio
Uno studio europeo, pubblicato sull'International Journal of Cancer
e coordinato dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri"
di Milano, afferma che le pazienti con cisti ovariche benigne presentano
un rischio significativamente minore di sviluppare un carcinoma
mammario
28) - Storia personale o familiare di tumore
al seno e aumento del rischio di tumore ovarico
Autori statunitensi affermano su Cancer che le donne con storia
familiare o personale di carcinoma mammario presentano un rischio
maggiore di sviluppare una neoplasia delle ovaie nel corso della
propria esistenza
29) - Elevata densità ghiandolare mammaria e
aumento del rischio
Una elevata densità ghiandolare all'esame mammografico è correlata
ad un aumentato rischio di sviluppare un carcinoma mammario, secondo
quanto sostenuto da ricercatori statunitensi sul Journal of the
National Cancer Institute
30) - AIDS e riduzione del rischio
Le donne affette da AIDS presentano un rischio ridotto di ammalarsi
di carcinoma della mammella, in base a quanto sostenuto da autori
statunitensi in uno studio epidemiologico comparso sul British Journal
of Cancer.
31) - Cadmio e aumento del rischio
Elevati livelli urinari di cadmio, un metallo pesante ad azione
probabilmente estrogeno-simile, sono associati ad una aumentata
probabilità di ammalarsi di carcinoma mammario, secondo quanto affermato
sul Journal of the National Cancer Institute da autori statunitensi.
32) - Radiografie del torace aumentano il rischio
in donne con mutazioni BRCA
Uno studio multicentrico comparso sul Journal of Clinical Oncology
sostiene che, in donne con predisposizione familiare al carcinoma
mammario per mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, le radiografie del
torace possono aumentare il rischio di sviluppo di neoplasie del
seno.
33) - When mastectomy becomes inevitable: The
nipple-sparing approach
The preservation of the nipple areola complex (NAC) could improve
the quality of life in cases of mastectomy. A novel radiosurgical
treatment combining subcutaneous mastectomy with intraoperative
radiotherapy is proposed. Three hundred nipple-sparing mastectomies
(NSM) were performed. Invasive (58%) and in situ (42%) carcinomas
were included. Clinical complications, aesthetic results, oncological
and psychological results were recorded. The NAC necrosed totally
in 10 cases and partially in 29 and it was removed in 12. Nine infections
(3%) were observed and 10 prostheses removed. Good results were
rated by 82.3% of the patients and by 84.8% of the surgeons. In
7.5% a radiodystrophy was observed. The sensitivity of the NAC recovered
partially in 48%. Two local recurrences occurred outside the radiated
field. Overall, we observed three metastases and no deaths. Sixty-eight
of the patients were satisfied with their reconstructed breast and
85.5% were satisfied having preserved the NAC. Reprinted from The
Breast, December 2005, Vol 14, Issue 6: J.Y. Petit, U. Veronesi,
A. Luini, R. Orecchia, P.C. Rey, S. Martella, F. Didier, F. De Lorenzi,
M. Rietjens, C. Garusi et al.: "When mastectomy becomes inevitable:
The nipple-sparing approach ", Pages 527-531, Copyright 2005, with
permission from Elsevier.
Multicentric Breast Cancer and Sentinel
Node Biopsy Comment on article published in The Journal of Clinical
Oncology: Knauer M et al.: "Multicentric Breast Cancer: A New Indication
for Sentinel Node Biopsy-A Multi-Institutional Validation Study",
J Clin Oncol. 2006 Jul 20;24(21):3374-80
As the main conclusion
in our paper multicentric breast cancer constitutes a new indication
for SNB only without axillary dissection. Our studies and the work
of Goyal, Tousimis and Layeeque are giving encouraging results for
this approach even though the follow-up times are too short for
recommending it without adequate quality control. False negative
rates were as low as 3.2% for subareolar dye or radiocolloid injections
versus 4.0% for all patients and met the required standards. One
point of improvement should be the standardization of the SNB procedure
especially in multicentric cancer because in our patients for example
the strict concordance of “blue and hot” nodes was only 68 percent
which underlines in our opinion the need for combined injections
of blue dye and radiocolloid. The clinical advantage for our patients
except the more accurate N-staging in SNB is that every third woman
with multicentric cancer benefits from SNB and can at least be spared
the morbidity of axillary dissection if not mastectomy.
Michael
Knauer Department of General and Thoracic Surgery, General Hospital,
Feldkirch, Austria
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