Agobiopsia della mammella (citologia per agoaspirazione e microbiopsia)
Di Salvo Catania - Marzo 2004
L’agoaspirazione
delle lesioni mammarie è una pratica ormai routinaria
nella diagnosi
senologica e varie sono le finalità per cui può essere
eseguita.
Di fronte ad una lesione clinicamente, ecograficamente
o mammograficamente sospetta, il ruolo dell’esame
citologico non può essere certo quello di negare
l’opportunità di una biopsia.
Anche in mani esperte e anche se il prelievo è
correttamente eseguito, l’esame è gravato da un tasso di
falsa negatività in lesioni neoplastiche dell’ordine del
5-10 %.
Tale evenienza è legata alla esattezza della sede del
prelievo, alla accuratezza del citologo( forme molto
differenziate possono essere interpretate come benigne)
ed alla disomogeneità dell’architettura neoplastica (il
prelievo può avere campionato aree di fibrosi, necrosi,
grasso o tessuto normale nel contesto dell’area
neoplastica).
La positività citologica invece è in genere un rilievo
estremamente specifico, perché il tasso di falsi
positivi è da considerare irrilevante : inferiore
all’1%.
Una specificità così elevata consente di evitare una
biopsia di accertamento intraoperatorio quando, come
avviene, nella maggioranza dei casi, esiste una
concordanza tra positività citologica e positività
dell’esame clinico e mammografico; infatti, la
possibilità, in questi casi, che non si tratti di un
tumore maligno è praticamente nulla e vi è quindi
indicazione ad eseguire il trattamento chirurgico
definitivo, soprattutto se questo consiste in un
trattamento conservativo.
Ciò comporta un duplice vantaggio : da un lato consente
un significativo risparmio di tempo (esame istologico al
congelatore) e dall’altro permette di conservare intatta
l’unità anatomica del quadrante mammario da asportare.
Diverso e più delicato il problema delle lesioni
clinicamente, ecograficamente e mammograficamente
benigne.
Non vi è alcuna indicazione ad effettuare un esame
citologico nelle lesioni sicuramente benigne (fibroadenomi
calcifici, fibroadenomi insorti in giovane età e
stazionari da tempo, cisti)., mentre una utile
indicazione si può trovare in tutti gli altri casi.
L’anamnesi e l’età della paziente costituiscono il
criterio principale . una lesione solida insorta dopo i
30 anni, la cui natura benigna non sia più che certa,
trova indicazione per un accertamento citologico.
Ancora molto delicato è il problema delle giovani donne,
nelle quali i fibroadenomi costituiscono la quasi
totalità dei noduli mammari.
Poiché il più delle volte sarebbe inutile, gravoso e
costoso, sottoporre tutte queste lesioni ad accertamento
mediante agoaspirato ci si deve affidare al buon senso.
Al disotto dei 30 anni la tendenza dovrebbe essere
tendenzialmente astensionistica, tranne nei casi di
lesione unica (i fibroadenomi spesso sono multipli),
solida, che tende a crescere rapidamente con
caratteristiche clinico-ecografiche ( scarso aiuto nelle
giovani dalla mammografia) dubbie : in questi casi la
lesione deve essere indagata citologicamente prima di
una eventuale escissione chirurgica.
Complicazioni
Possibili sono quelle emorragiche (ematomi ed ecchimosi)
che si verificano con maggior frequenza nelle zone in
cui la mammella è più ricca di plessi venosi
superficiali.
Generalmente si assorbono in pochi giorni.
Rara ma più seria complicazione è il pneumotorace (un
caso ogni 10.000 agobiopsie),
ma si tratta di casi a risoluzione spontanea.
Non solo ormai è dimostrato come più teorico che reale
il rischio di disseminazione di cellule neoplastiche nel
corso di una agobiopsia con ago sottile, ma si deve
sottolineare l’importanza del fatto che la positività di
tale esame, estremamente specifico, consente di
risparmiare il tempo della biopsia intraoperatoria e
soprattutto la fase di manipolazione intraoperatoria
del tumore con riduzione del rischio teorico di
disseminazione neoplastica.
MICROBIOPSIA
Da qualche tempo sta di nuovo godendo di un discreto
successo l’esecuzione di prelievi di tessuto mammario,
idonei per l’esame istologico, con particolari aghi
trancianti, in genere comandati da un meccanismo a molla
contenuto in una speciale impugnatura.
Questa tecnica di diagnosi preoperatoria, nota come
core biopsy
o
microbiopsia, era già in uso negli anni
’70 e venne progressivamente sostituita dalla citologia
su agoaspirato. Attualmente si è riaffermata in
concomitanza con l’introduzione di apparecchiature
sempre più sofisticate anche per le lesioni
screen detected.
Rispetto alla citologia presenta numerosi vantaggi
(possibilità di ottenere una istologia preoperatoria,
definire una caratterizzazione biologica preoperatoria),
ma anche svantaggi (più cruenta e indaginosa da
richiedere una anestesia locale, più costosa e con tempo
di esecuzione più lungo, maggiore frequenza di
complicazioni).
Pertanto la citologia su agoaspirato resta una indagine
di primo impiego, mentre la microbiopsia è indicata in
casi selezionati ove la conferma istologica
preoperatoria sia ritenuta necessaria.
Quando le lesioni, sempre più frequenti, non sono
clinicamente apprezzabili per eseguire i prelievi
citologici o microistologici è necessario ricorrere a
tecniche guidate dall’imaging, che consentono il
raggiungimento del bersaglio in modo esatto, sia che
vengano utilizzati aghi sottili per la diagnosi
citologica, sia aghi trancianti che consentono di
ottenere frustoli di tessuto per l’allestimento
dell’esame istologico. La biopsia quindi può essere
guidata dalla mammografia o dalla ecografia, La tecnica
di esecuzione del prelievo mediante ecografia risulta
indubbiamente più semplice, economica e meglio
sopportata dalla paziente.
Mammotome
Ha un nome ed un aspetto che può apparire inquietante,
ma il cui uso si sta ormai diffondendo
in molti Ospedali italiani.
Si tratta del perfezionamento di uno strumento che il
sottoscritto aveva già assemblato e descritto nel 1983
(aspirazione meccanica automatica per esame citologico
ed istologico- vedi “automatic aspiration” di
S.Catania-S.Ciatto in Breast Cytology in Clinical
Practice- Martin Dunitz London 1992).
http://www.senosalvo.com/le%20mie%20invenzioni.htm
Il Mammotome utilizza una sonda che viene introdotta nel
seno, e avendo la possibilità di ruotare
è in grado di raccogliere multipli campioni di tessuto
da esaminare ed in alcuni casi di asportare
completamente il tessuto tumorale.
La sonda è collegata ad un computer che calcola le
traiettorie migliori per raggiungere il bersaglio,
rielaborando i dati forniti dalla ecografia o dalla
mammografia stereotassica.
Fonte
1)S.Catania ,
S.Ciatto
(prefazione
U.Veronesi)
L’agobiopsia
mammaria nella pratica clinica
Ed.Sorbona
Milano 1988
2)S.Catania ,S.Ciatto
Breast cytology
in Clinical Practice
(Preface
U.Veronesi-Foreword L.Page-Introductori note R.Foster)
Martin Dunitz
London 1992
3)Citologia e
Microbiopsia
S.Catania,
P.Veronesi, S.Ciatto, S.Bianchi
Senologia
Oncologica
Umberto Veronesi
Ed.
Masson-1999
Approfondimenti
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seno (mastalgia, mastodinia)
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