La mammella maschile (ginecomastia- carcinoma- patologia mammaria)
Di Salvo Catania - Marzo 2004
I
testi di anatomia concedono poco spazio alla mammella
maschile.
Una piccola percentuale di neonati presenta un
significativo aumento delle mammelle più frequentemente
bilaterale (ginecomastia neonatale).
Prima della pubertà i rudimenti della ghiandola mammaria
hanno un aspetto simile in entrambi i sessi e sono
rappresentati da alcuni dotti galattofori (lattiferi),
che solo nella donna sono predestinati, nella fase di
crescita pubertaria, ad accogliere la formazione e lo
sviluppo dei lobuli secondari allo stimolo estrogenico.Poiché
sono assenti le strutture lobulari di conseguenza sono
molto rari nell’uomo i fibroadenomi e le neoplasie
lobulari.
Durante l’adolescenza può esserci un aumento delle
dimensioni della mammella (ginecomastia puberale),
solitamente seguito da una regressione in tempo breve.
Si tratta di una evenienza molto frequente, ma l’evento
viene spesso vissuto drammaticamente, soprattutto nei
casi in cui si associa ad un marcato aumento di peso o
franca obesità (pseudoginecomastia o ginecomastia
falsa).
L’adolescente comincia ad avere molta paura e a provare
vergogna (“sto diventando femmina?”) Abbandonando le
attività ludiche, sportive e rinunciando alle vacanze.
E’ sufficiente la rassicurazione perché il 65% dei
ragazzi presentano una forma transitoria di ginecomastia,
che regredisce entro 2-3 anni e solo il 7% circa rimane
presente oltre i 3 anni.
All’età di 20 anni solo un piccolo numero di maschi
presenta una ginecomastia mono o bilaterale ed anche in
questi casi, e spesso ciò non accade, è sufficiente
rassicurare il paziente che si tratta di una affezione
benigna destinata a regredire spontaneamente.
La causa più comune è un aumento degli estrogeni, una
diminuzione degli androgeni o un deficit dei recettori
androgeni.
La ginecomastia può riapparire nell’adulto (ginecomastia
senile), con un picco nella fascia di età compresa tra
50-70 anni. In genere esordisce come monolaterale e
talvolta impone una diagnosi differenziale con il
carcinoma . Regredisce entro 12 mesi e la causa è
sconosciuta : sembra correlata all’accumulo di tessuto
adiposo che è responsabile di un incremento della
trasformazione periferica degli androgeni in estrogeni.
Oltre ai casi che non necessitano di alcun trattamento,
perché si tratta di processi del tutto normali, molte
sono le cause che indirettamente o direttamente possono
causare una ginecomastia (ginecomastia secondaria) in
relazione ad una maggiore increzione di estrogeni o
riduzione degli androgeni.
Cause di ginecomastia secondaria:
Sindrome di Klinefelter, cirrosi epatica, diabete
mellito, tumori del testicolo, surrenalici e broncogeni,
glomerulonefrite cronica, iper e ipotiroidismo,
ipogonadismo primitivo e secondario, diabete mellito, e
anche numerosi farmaci : androgeni, estrogeni,
spironolattone, digitale, cimetidina, anabolizzanti,
reserpina, clorpromazina, gonadotropine corioniche,
eroina ed altri ancora.
Nella maggioranza dei pazienti l’età, una minuziosa
raccolta anamnestica e l’esame obiettivo possono fornire
una esatta indicazione sul tipo di ginecomastia.
Però per escludere una forma secondaria spesso sono
necessari i normali esami di laboratorio, un esame
radiologico del torace, una ecografia dei testicoli e
dell’addome.
Nel caso in cui si sospetti una causa endocrina lo
specialista traccerà un profilo ormonale.
Mammografia ed ecografia ed esame citologico con ago
sottile sono utili per la diagnosi differenziale con il
carcinoma o semplicemente per la diagnosi differenziale
tra ginecomastia vera e falsa.
CARCINOMA
MASCHILE
Anche nel maschio seppur raramente può essere presente
il carcinoma della mammella. Probabilmente la
percentuale riportata dalla letteratura dell’1% delle
neoplasie mammarie totali è da considerare persino
eccessiva, almeno per quel che riguarda l’Italia, anche
se l’incidenza della malattia è in progressivo aumento.
Nelle popolazioni africane è molto più frequente, a
causa dell’iperestrogenismo derivante dal danno epatico
provocato dalla bilharziosi, malattia molto diffusa, e
dalla malnutrizione.
Praticamente sconosciuto al di sotto dei 30 anni in
Italia, l’incidenza varia a seconda delle aree
geografiche e l’età più colpita è quella compresa tra i
60-70 anni.
Fattori di
rischio.
Sebbene la letteratura epidemiologica sul cancro al seno
nelle donne sia ampia, si sa relativamente poco
dell'eziologia del cancro al seno negli uomini . I
principali fattori genetici associati ad un aumentato
rischio di carcinoma mammario negli uomini comprendono
le mutazioni del gene BRCA2, che sono ritenuti
responsabili della maggior parte dei carcinomi mammari
ereditari negli uomini,
- Danni epatici di qualsiasi natura (bilharziosi) o
agenti tossici come starvation.
- Una precedente orchite bilaterale
- una cronica esposizione lavorativa ad alte temperature
(altiforni, fornaci).
- Sindrome di Klinefelter
- Radiazioni ionizzanti somministrate già in età
giovanile per ipertrofia timica, ginecomastia puberale,
linfoma, e in alcuni casi anche di eczema.
- Nonostante una elevata produzione di estrogeni
endogeni non sia mai stata riscontrata, nei pazienti
affetti da carcinoma mammario, che gli estrogeni possano
avere un ruolo non secondario è dimostrato dalla
incidenza della malattia in pazienti che erano stati
sottoposti a terapia estrogenica per il trattamento
adiuvante del carcinoma prostatico.
Diagnosi.
Gli uomini con un tumore della mammella vengono
frequentemente sottoposti ai trattamenti necessari
quando la malattia si è già diffusa al punto tale che
diventa difficile curarla.
A richiamare l’attenzione sul ritardo nelle cure, per lo
più conseguenza della lentezza nella diagnosi, è uno
studio presentato alla conferenza della
European Society for Medical Oncology
Infatti la malattia raramente viene diagnosticata in
fase asintomatica, sia perché diffuso sia il pregiudizio
che non esista nel sesso maschile, sia perché non ci
sono screening per il tumore della mammella maschile, ma
soprattutto perché notoriamente i maschi siano molto più
restii a rivolgersi al medico.
I sintomi ed i segni del carcinoma mammario nell’uomo
sono abbastanza precoci, in considerazione della
scarsità di tessuto ghiandolare e quello iniziale più
frequente, come avviene nel sesso femminile, è la
comparsa di un nodulo duro, indolente, meno delimitabile
di quanto avviene nella mammella femminile, e
frequentemente è situato in prossimità della fascia
muscolare, alla quale tende ad aderire.
Nel 90% dei casi è situato al di sotto dell’areola e del
capezzolo e si può accompagnare ai classici segni di
retrazione della cute e del capezzolo.
Questa affermazione, riportata spesso erroneamente come
assoluta, non rende ragione della estensione asimmetrica
di alcune ginecomastie e di alcune neoplasie che si
sviluppano non in sede retroareolare, ma in prossimità
della ghiandola che può trovarsi anche al di fuori dei
limiti dell’areola.
Infatti un segno fortemente suggestivo di neoplasia
all’esame mammografico è la presenza di tessuto mammario
asimmetrico rispetto al capezzolo.
Più frequentemente rispetto alla donna, e questo è da
considerare patognomonico, si associa a secrezione
ematica del capezzolo, che in alcuni casi è l’unico
sintomo della presenza del carcinoma.
A tal proposito, ma molto importante per la diagnosi
differenziale, occorre considerare che esistono altre
situazioni in cui si può avere una secrezione
siero-ematica del capezzolo (rarissima papillomatosi
intraduttale, assunzione di elevate dosi di androgeni,
ginecomastia secondaria a terapia estrogenica per
carcinoma della prostata).
Elettiva si dimostra la tendenza del carcinoma mammario
maschile a metastatizzare precocemente ai linfonodi
ascellari:
http://www.medicitalia.it/02it/notizia.asp?Idpost=40590
E a differenza di quanto accade nella donna non sono
state descritte in letteratura invasioni linfatiche
alternative (catena mammaria interna).
Diagnosi differenziale.
Il primo elemento fondamentale per la diagnosi è l’età
del paziente : il carcinoma della mammella maschile è
così raro al di sotto dei trenta anni che non c’è alcuna
indicazione a fare una biopsia di un nodo clinicamente
benigno.
Nei pazienti oltre i 50 anni di età, oltre alle
ipertrofie mammarie idiopatiche frequentemente dovute a
disfunzioni epatiche, vanno prese in considerazioni le
ipertrofie dovute a patologie concomitanti e più spesso
alla assunzione di farmaci che interagiscono con il
normale metabolismo ormonale.
La ginecomastia senile benigna è caratterizzata dalla
presenza di una tumefazione liscia e regolare
retroareolare.
La diagnosi strumentale, come nella femmina, viene
effettuata attraverso la mammografia, la ecografia e se
occorre l’esame citologico per agoaspirazione e quando
necessario tramite la biopsia chirurgica.
Patologia mammaria maschile.
Tutte le alterazioni a carico della mammella maschile
frequentemente sono aspecifiche e l’importanza del loro
riscontro ai fini della diagnosi delle lesioni mammarie
è limitata dal fatto che la mammella è spesso sede di
patologie dermatologiche quali le dermatiti, la
candidosi, l’herpes simplex o zoster, il carcinoma
baso-e spinocellulare, il melanoma, la piodermite che
possono dar luogo a quadri ispettivi che impongono una
diagnosi differenziale con la patologia mammaria.
Occorre sottolineare che nell’uomo esse siano più
frequenti per la maggior rappresentazione dei follicoli
piliferi e per la maggiore esposizione ai microtraumi.
Sono infatti i microtraumi e le lesioni da trattamento
ad irritare il capezzolo e le ghiandole cutanee areolari
con quadri clinici talvolta difficili da diagnosticare.
Più spesso ci si limita solamente ad escludere una
patologia maligna, come nei casi di erosioni facilmente
sanguinanti del capezzolo che potrebbero far sospettare
una malattia di Paget, che è una malattia rara ma non
eccezionale e la diagnosi con le altre lesioni
dermatologiche è difficile soprattutto per le forme
erosive e quelle eczematoidi superficiali.
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