a cura di Salvo Catania
Prima redazione dei contenuti: Ottobre 2005 - ultima revisione: giugno 2008
UN PROBLEMA ANTICO
Viaggio dall'antichità a oggi attraverso gli aspetti medici,
culturali e artistici dei tumori della mammella,
con la partecipazione di Alfonso Pluchinotta.
I tumori non sono comparsi, come molti credono, con la civiltà moderna. Nei papiri egiziani di Smith (3000 a. C.) e di Ebers (1500 a. C.), come nei testi dell'antica medicina indiana e persiana, troviamo alcuni riferimenti alle malattie della mammella. Altri riferimenti al trattamento chirurgico di questo organo si trovano nei palinsesti di Ninive (2250 a.C.).
Non è possibile sapere quanto frequenti fossero i tumori della mammella a quell'epoca tenendo soprattutto conto del fatto che l'età media delle donne era di circa trent'anni. Come è noto la malattia risulta eccezionale al di sotto dei 20 anni, rara tra i 20 e i 29 anni; a partire dai 30 anni è sempre più frequente per raggiungere un'acme di incidenza intorno ai 50 55 anni.
Le conoscenze sulle terapie e sull'arte chirurgica nell'antichità sono lacunose e incerte.
Risultano rare le segnalazioni di asportazione della mammella con intenti terapeutici: il più delle volte veniva praticata piuttosto come forma di punizione riservata alle prigioniere o alle adultere. Un discorso a parte meritano le Amazzoni che effettuavano l'asportazione della mammella destra alle loro figlie perché potessero meglio impugnare l'arco e la spada e potessero rivaleggiare con gli uomini per la forza ed il coraggio.
Per quanto riguarda invece la cura dei tumori, ai tempi di Ippocrate (460 a. C.) il bisturi e il fuoco venivano riservati ai casi più avanzati, mentre per quelli iniziali si ricorreva all'azione locale di sostanze emollienti quali il grasso d'oca o di maiale, oppure alle applicazioni di mirra o alla somministrazione di brodo di lenticchie.
Al periodo di Ippocrate seguì quello di Esculapio (350 a. C.) ricco di magia e di misticismo. I malati venivano curati nei templi con sortilegi, droghe soporifere e toccature di serpenti. Il pagamento veniva effettuato, a fine cura, con doni di materiale prezioso che raffiguravano l'organo che era stato curato.
Nel periodo romano Celso, operante al tempo di Augusto, per primo stabilì una classificazione clinica dei tumori distinguendoli in tumori iniziali e tumori avanzati.
Si deve a Galeno (130 a. C.) la prima vera descrizione di un tumore della mammella, da cui derivò la parola cancro, e del suo trattamento chirurgico. Stupefacente la precisione con la quale viene descritto l'intervento di asportazione della mammella da parte di Ezio, medico reale dell'imperatore bizantino Giustiniano, e dei medici greci Sorano e Leonida. Quest'ultimo, trasferitosi a Roma, attuava una chirurgia "radicale" dei tumori: "usque ad sanam partem".
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