Fattori e indicatori di rischio per il carcinoma mammario

Di Salvo Catania - Marzo 2004

Il carcinoma del seno è la malattia tumorale più frequente delle donne che vivono nei paesi occidentali.
Le grandi differenze internazionali di incidenza del tumore del seno e soprattutto l’aumento della incidenza che si osserva nelle popolazioni che migrano dai Paesi a bassa incidenza a Paesi ad alta incidenza, suggeriscono cause ambientali potenzialmente prevenibili.
L’incidenza è in lieve e costante aumento anche in Italia (30.000/anno negli anni ’90, 40.000 previsti nel 2010), mentre la mortalità ha fatto registrare una riduzione (di circa l’8%) con una sopravvivenza a 5 anni dell’81% considerando tutti i tumori (dallo stadio I allo stadio IV), per merito del maggior numero di neoplasie diagnosticate in fase precoce e dell’affinamento delle cure.

Epidemiologia
http://www.senosalvo.com/vita_moderna.htm

 Incidenza
* Bassa in Asia e Africa
* Intermedia in Sud Europa e America Latina
* Elevata in Nord America, Nord Europa e zone più sviluppate, Giappone escluso.

Tendenza
* Aumento della incidenza
* Dininuzione della mortalità (diagnosi precoce,miglioramento terapie)

Fattori di rischio consolidati
* Ereditarietà autosomica dominante
* Familiarità
* Lesioni benigne atipiche
* Precedente neoplasia controlaterale
* Età
* Terapia ormonale sositutiva
* Radiazioni
* Menarca precoce
* Menopausa tardiva
* Nulliparità
* Livello socioeconomico elevato

Fattori di rischio controversi
* Contraccettivi orali
* Dieta
* Alcool
* Fumo
* Soprappeso
* Altri

Fattori di rischio
Il rischio cumulativo di una donna di ammalarsi nel corso della sua vita è di circa il 10 % (una donna su 10).
Di più semplice comprensione sono i dati che prendono in considerazione il Rischio Relativo.

- sino a 50 anni di età rischio relativo 2% (una donna su 50)
- tra i 50-60 anni RR del 2,5%
- tra i 60 e i 70 RR del 6%

Pertanto il maggiore fattore di rischio per il carcinoma mammario resta l’età.

Fattori di rischio principali e loro rischio relativo

FATTORE VARIABILE RISCHIO RELATIVO
Eta’ > 50 anni 6,5
Storia familiare 1 parente di 1° grado< 50 anni 2,0
  2 parenti di 1° grado 5,0
Precedenti mamarie irradiazione mammaria <15 anni 20,0
  Iperplasia 2,0
  Atipica 3,5
   Densità mammografica 4,0
Storia ormonale  Menarca < 11 anni 3,0
  Menopausa > 54 anni 2,0
Dieta Elevato contenuto di grassi 1,2
  Obesità in postmenopausa 1,2
  Consumo di alcool 1,3

Note su alcuni fattori di rischio sui quali esistono controversie in letteratura

1) ETA’
E’ il fattore di rischio più importante.
Eccezionale sotto i 20 anni e molto raro tra i 20 e i trenta anni. E’ come se esistessero due malattie distinte: una premenopausale, caratterizzata da fattori genetici e ormonali ed una postmenopausale legata a fattori ambientali.

Andamento dell’incidenza in rapporto alla età

* < 30 anni         0,5 %
*    30-39 anni       4 %
*    40-49 anni    18,5%
*    50-59 anni     24 %
*    60-69 anni    17 %
*    70-79 anni     23 %
* > 80  anni        13 %

2) EREDITARIETA’
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/i%20tumori%20sono%20ereditari.htm

Nel 5 - 7 % dei casi di tumore, quest’ultimo è determinato da geni oncosoppressori (BRCA1 e BRCA2) le cui mutazioni aumentano il rischio dal 2% della popolazione generale al 50% per lo sviluppo di un tumore mammario e del 20-40% di un tumore ovarico.

3) TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA
I risultati di recenti studi su questo tema hanno suscitato un forte dibattito internazionale, ma la maggior parte delle indicazioni correnti convergono verso un drastico ridimensionamento della terapia ormonale sostitutiva, suggerendo cicli brevi e orientati esclusivamente ad alcuni sintomi della menopausa come quelli vasomotori. Il rischio relativo dopo 5 anni di uso è di circa il 2-3 % per ogni anno di assunzione. Questo rischio è maggiore per l’associazione combinata estroprogestinica, rispetto ai preparati con soli estrogeni, soprattutto se si usano progestinici di sintesi, che hanno maggiore attività androgenica. Anche l’uso di contraccettivi orali è associato ad un aumento del rischio, anche se di proporzioni modeste e che scompare entro 10 anni dalla somministrazione. Maggiore cautela tutti gli studi raccomandano nelle donne portatrici di mutazioni genetiche o nelle giovani donne di età inferiore ai 20 anni. Controverso invece è il valore del rischio relativo nei casi di somministrazione superiore ai 10 anni perché non è stato confermato da alcuni studi.

4) BIOPSIE MAMMARIE E RISCHIO RELATIVO
*Solo il 30 % delle donne sottoposte a biopsia chirurgica per lesioni benigne hanno un rischio aumentato e riguarda solo le lesioni cosiddette proliferative.
* Se l’iperplasia è moderata il rischio aggiuntivo è del 2%, se si osservano atipie è del 4,5 %. Tuttavia esistono condizioni di sinergismo, nel senso che se la proliferazione si associa alla familiarità il rischio relativo è raddoppiato (RR=3-4),
Se contiene atipie associate a familiarità il rischio è triplicato (RR=9) Importante è il fattore tempo: se entro dieci anni dalla biopsia che rivela una iperplasia con atipie non si manifesta un cancro il rischio relativo si dimezza.
Fibroadenomi “complessi”
http://www.senosalvo.com/approfondimenti/fibroadenoma.htm

I cosiddetti fibroadenomi complessi, (contenenti cisti, adenosi sclerosante, calcificazioni epiteliali o alterazioni di tipo apocrifo e papillare) presentano un rischio superiore (RR=3) rispetto ai comuni fibroadenomi.

* La “radial scar” aumenta il rischio relativo di 2 volte e di 3 volte se si associa ad iperplasia.

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