Esprimersi e trasformarsi
La funzione dei gruppi (in special modo di "Riprogettiamo l' esistenza" e di "Decido di Vivere") è quella di ridare avvio a processi di revisione e modifica degli adattamenti collegati alla malattia e al suo intorno relazionale.
Innescare la miccia e accompagnare il processo non sono, tuttavia, la stessa cosa. I tempi, i modi, nonché i limiti entro cui tali processi avverranno sono soggettivi e le attività non hanno la possibilità, e nemmeno la finalità, di accompagnare singolarmente le persone in tale cammino, che del resto è personale.
Una costellazione di altre proposte garantisce comunque la possibilità di amplificare gli effetti del lavoro nei due gruppi.
Si tratta di attività che, nel loro complesso, tendono a garantire spazi per l'espressione e la creatività (attività espressive e creative), la confidenza con il corpo (yoga, esercizi di training autogeno), la riscoperta del mondo affettivo interno (terapia degli affetti).
Il fatto, inoltre, che alcune di tali attività siano aperte alla partecipazione di persone che non hanno alcun legame con la malattia vuol essere un elemento di "normalizzazione", di uscita dalla situazione di appartenenza al gruppo delle donne operate. Questo infatti, se da un lato è fondamentale per avviare i processi di speranza, da un altro punto di vista potrebbe anche, con il tempo, far permanere all'interno di un universo segnato dall'incontro con il cancro. Ciò che in Associazione viene definito come il "non creare il ghetto" è quindi, in realtà, un incoraggiamento all'emancipazione, un indirizzo dolce verso l'esterno.
Se un visitatore capitasse all'improvviso in uno di questi gruppi potrebbe non capire quale sia il loro valore. Potrebbe osservare donne di ogni età e cultura che creano oggetti, gioielli, fanno Yoga, imparano a recitare e mettono in scena i loro lavori. Sono scene che possono appartenere ad altri contesti, per le quali non vi è bisogno di immaginare un'organizzazione complessa, un'attenzione continua alla conduzione, così come avviene invece ad Attivecomeprima. L'osservatore avrebbe un po' ragione: in effetti, non vi è nulla di speciale dal punto di vista "formale"; ma ciò che avviene nella sostanza è un continuo alternarsi e coesistere di possibilità di esprimersi e di trasformare in creatività gli affetti più intimi, positivi o negativi che siano, altrove e altrimenti non facilmente dichiarabili.
|