È proprio la relazione con le qualità umane del medico specialista il fattore più emozionante di questi incontri.
Nelle "ordinarie" relazioni terapeutiche, quand'anche tali qualità siano espresse chiaramente può invece essere difficile coglierle per via dell'interferenza dovuta alle emozioni circolanti (mi dice la verità? cosa pensa veramente? vuole curarmi senza riserve o sono solo un elemento della casistica? perché è distante? perché è fin troppo tranquillizzante?...).
Le esperienze compiuto nei reparti ospedalieri dove si curano malattie gravi hanno infatti messo in luce come possa accadere che comunicazioni chiare e semplici da parte dei medici non vengano capite proprio per via dell'alto contenuto emotivo della relazione. Spesso gli infermieri devono spiegare nuovamente la situazione (e hanno pro non sappiano bene in quali termini il medico abbia parlato al paziente); spesso altri. medici si sentono ripetere domande alle quale i colleghi hanno già risposto.
Negli incontri di Attivecomeprima non conta solo l'informazione; conta il fatto che sia data da un uomo, da uno scienziato che ha lasciato altrove il suo camice e l'ha sostituito con gli abiti che ama indossare, che accetta di stare seduto su una sedia come le altre, che non visita, che è esposto a sorprese, a domande impertinenti.
Molti anni fa conobbi un signore colto e gentile che, parlando dei propri sentimenti verso il chirurgo che l'aveva operato per un cancro al colon, effettuando una deviazione dell'intestino, disse che gli riusciva difficile, per quanta fosse la gratitudine che sentiva per lui, offrirgli una rosa, come il Maroncelli di Silvio Pellico... L'insieme di gratitudine e dolore che spesso anima i sentimenti delle donne verso chi le ha curate (ed ha la sua massima espressione nei confronti del chirurgo, in un misterioso intrico di colpevolizzazione ed erotizzazione del rapporto) ha una possibilità in più, ad Attivecomeprima, di essere convogliato su binari meno drammatici, di trasformarsi in dialogo e collaborazione.