In qualità di medico mi dispongo ad essere per lei, se esprime questo desiderio, un punto di riferimento costante durante i vari momenti specialistici dell'iter diagnostico e terapeutico, solitamente vissuti come privi di nesso tra loro, motivo questo generatore di ansie.
Mentre si procede nel programma terapeutico vero e proprio, cerco di colmare, con informazioni date in un linguaggio accessibile privo di connotazioni tecniche, i vuoti di comunicazione che si creano fra la paziente e la struttura ospedaliera, e quelli che derivano dal sentirsi soli di fronte alla malattia.
Risultato terapeutico, rapporto tra medico e paziente, valori della persona che viene operata, si sovrappongono e si amalgamano grazie ad una comunicazione che non passa solo attraverso la sintomatologia organica.
Nonostante tutto ciò, il cancro per la paziente, resta una entità vaga, non ben definita. È furtivo, sfuggente e la visione della malattia continua ad essere colorata di miti e di fantasie negative.
Per questa ragione, utilizzando un fantoccio di silicone le permetto di "toccare il cancro". Più frequentemente però lo "disegno": su un foglio schematizzo l'organo ammalato, i linfonodi a difesa dell'organo stesso ed eventuali vasi sanguigni in cui "accidentalmente" potrebbero formarsi piccoli emboli metastatici.
Spiego che il nostro organismo è capace di difendersi dallo sviluppo di eventuali metastasi; che il formarsi di cellule cancerose nel nostro corpo è un fenomeno molto più frequente di quanto si creda e che di norma viene dominato attivamente dalle nostre difese.
Nel caso che un tumore si sia instaurato, può essere utile una terapia complementare diretta contro il tumore o ad aiutare le nostre difese. Questo mi aiuta a rispondere, senza mentire, a quelle donne che mi chiedono il perché delle terapie complementari (chemioterapia...). A questo punto ci sentiamo più alleati perché la lealtà nella comunicazione ci ha permesso di condividere la paura del dramma, per poterlo sdrammatizzare.
Quali sono i vantaggi di questa scelta di comunicazione che può essere considerata rigorosamente "poco scientifica"?
- Si cementa la SPERANZA, che grazie alle proprie difese ci sia là possibilità di difendersi dal cancro a prescindere dalle terapie: in questo modo l'aggressione non viene subita passivamente.
- Si rende concreto il cancro, che se pur temibile, perde i connotati di fantasma che ci rincorre e ci tormenta.
- Si dà una finalità alle terapie che seguiranno, in particolare la chemioterapia e si motiveranno i suoi eventuali effetti collaterali.
- Poiché la metastasi viene rappresentata come un possibile"incidente di percorso", una eventuale ricaduta ridurrà il senso di inadeguatezza e di frustrazione dei medici abituati a dire nella fase immediatamente post-chirurgica: "tutto a posto signora, è tutto finito". Nella donna si attiverà la volontà di reagire.
- Verrà evidenziato quell'aspetto, riferito al ruolo del medico,che le donne di Attivecomeprima hanno sempre considerato indispensabile: la SINCERITÀ.
- Sarà più facile illustrare in chiave ottimistica i risultati dei tests.
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