Breve storia della Terapia Ormonale
Sostitutiva
Fin dagli anni ’40 erano in commercio negli USA gli estrogeni
per contrastare i disturbi da menopausa (vampate, secchezza vaginale),
ma l’uso di questi ormoni ha subito un enorme aumento dal 1966,
dopo che il ginecologo R. Wilson pubblicò il suo libro Feminine
Forever (Per sempre femmina) nel quale la menopausa non era più
considerata un evento naturale della vita della donna, ma una vera
e propria malattia da carenza di ormoni ovarici che poteva essere
curata e addirittura prevenuta con la somministrazione di estrogeni
il più precocemente possibile.
Fino alla metà degli anni ’70, la terapia ormonale sostitutiva
è stata fatta usando gli estrogeni da soli, ma dal 1975 divenne
evidente la correlazione causale fra assunzione di estrogeni e comparsa
di cancro dell’endometrio e da allora fu utilizzato il trattamento
combinato con estrogeni più progestinici, per sfruttare l’azione
protettiva del progesterone sull’endometrio.
Inizialmente la terapia ormonale sostitutiva veniva usata per trattamenti
di breve durata e solo per i disturbi immediati della menopausa (vampate,
secchezza vaginale, ecc.) ma successivamente è stata proposta
anche, e soprattutto, per trattamenti di lunga durata con lo scopo
di:
- ridurre il rischio di malattie cardiovascolari
- prevenire l’osteoporosi postmenopausale.
In verità, un gran numero di studi osservazionali pubblicati
fino agli anni ’90 mostrava
una riduzione del 30-50% di infarti del miocardio nelle donne in
menopausa che assumevano estrogeni rispetto alle donne che non facevano
uso di ormoni.
Quanto questi studi fossero sbagliati lo si scoprirà soltanto
molti anni più tardi, ma, nel frattempo, la protezione dalle
malattie cardiocircolatorie ha rappresentato un caposaldo per convincere
le donne in menopausa ad usare ormoni. Questi stessi studi osservazionali
suggerivano la possibilità di un piccolo rischio di tumore
mammario associato all’uso degli ormoni, ma il rischio non
era riportato da tutti e fu, comunque, ritenuto irrilevante rispetto
ai benefici effetti sulle malattie cardiocircolatorie che ci si
attendeva dall’uso degli ormoni.
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