Così pur essendo a casa devo andare tutte le mattine a fare delle flebo a base di un antifungino. Le forze iniziano a tornare e verso metà agosto mi richiama l’ospedale per il secondo ciclo di chemioterapia. Sono ovviamente preoccupato, ma consapevole che non ci sono alternative.
Durante questo periodo, oltre a trovare degli amici del primo ricovero, conosco anche altre persone tra cui: Antonio, Filippo, Adriano, Sabrina, Marco e tanti altri.
Questa volta la terapia è più leggera e la sopporto meglio, senza effetti collaterali.
Riesco ad essere più sereno, scherzo con gli infermieri e i dottori. La trasfusione di sangue diventa la “bistecca” che ovviamente viene richiesta con i diversi tipi di “cottura”; le piastrine vengono sostituite dalle “piastrelle”. Il catetere che ad ogni ricovero viene inserito nel collo per effettuare i prelievi e fare le terapie diventa la “tubatura”, per non parlare dei commenti sul mangiare.
Anche nelle situazioni più difficili si cerca di sdrammatizzare. Adriano, grande e grosso, ogni tanto ha degli svenimenti che determinano la distruzione di qualche cosa (bagni, piastrelle, ecc.), viene eletto “demolition man”. Ogni volta che si trova qualche cosa di rotto si dice che “è passato di lì” Adriano.
Filippo invece, che lotta già da qualche anno con la malattia, ci ha insegnato a “non fare i malati”. Ci ricorda che anche se malati siamo sempre “noi” e dobbiamo cercare di comportarci pensando sempre in modo positivo. Antonio, che quando sembrava ormai senza speranza riesce a recuperare stupendo anche i medici.
Poi c’è la dolce Sabrina che con la sua gioventù e forza d’animo sottolinea la nostra ribellione alla malattia. Questi e altri amici hanno riempito di affetto e umanità la mia permanenza in ospedale. Purtroppo anche di dolore, perché i problemi di uno diventano problemi di tutti. E quando qualcuno ci lascia, come Antonio, Filippo, Adriano e Massimo, è come se venisse meno un po’ della nostra voglia di lottare.
Ci sono gli amici “fuori” a confermare con la loro presenza e affetto continuo il sentimento che ci lega, oltre a darmi tanta energia. Si rafforzano delle certezze di rapporto e ho avuto anche la sorpresa di scoprire come certe conoscenze, anche di molti anni fa, nascondano in realtà delle amicizie “vere”.
Ma,…i ricordi sono talmente tanti che è difficile sintetizzarli in poche pagine, (mi sto dilungando un po’ troppo).
Comunque la seconda chemioterapia passa senza grossi problemi, così come la terza che affronto a ottobre. Purtroppo però i miei “funghi” nel polmone di destra, pur essendo migliorati, hanno lasciato dei problemi che devono essere risolti chirurgicamente. A dicembre affronto l’operazione al polmone, nuovo reparto, altre persone. Per fortuna per la degenza post-operatoria vengo trasferito nel “mio” reparto. Per Natale sono a casa, so che mi aspetta un’altra breve terapia a gennaio e poi potrò iniziare i controlli per prepararmi al trapianto.

Torna alla seconda parte Vai alla quarta parte