L’anemia può rappresentare un importante fattore nello sviluppo della CRF.
Il riscontro di anemia nei pazienti affetti da tumore è molto frequente. Le cause possono essere diverse e vanno dall’infiltrazione del midollo da parte delle cellule tumorali, ad una ridotta produzione di globuli rossi come effetto collaterale della terapia antitumorale, ad altri processi non specifici come l’inibizione del midollo da parte di fattori di necrosi tumorali, alla deficienza di ferro, o alla ridotta azione dell’eritropoietina, dovuta sia ad una minore produzione, sia ad una più bassa responsività midollare all’azione dell’ormone.
L’incidenza di anemia può variare da tipo di tumore a tipo di tumore con un’evidenza di 15-20% nei carcinoma del colon-retto e della mammella fino ad un 50-60% nei carcinomi polmonari, nel carcinoma ovario e nei linfomi. Oltre la metà dei pazienti sottoposti a chemioterapia antiblastica presenta valori di Hb inferiore a 12 gr.
Lo sviluppo di un’anemia cronica è associato ad una definita sintomatologia soggettiva ed oggettiva che, quando raggiunge una certa importanza può prostrare gravemente il paziente, rendendolo più vulnerabile nei confronti della malattia neoplastica e scarsamente tollerante alla terapia. Tale sintomatologia (debolezza, compromissione delle funzioni mentali, difficoltà respiratorie) trova la sua più larga espressione appunto nella CRF. Si ritiene che quando l’emoglobina scende sotto i livelli di 12 gr% aumenta nettamente la sensazione di fatigue. Inoltre un’ampia revisione della letteratura ha permesso di evidenziare che l’anemia è un fattore prognostico indipendente che influenza in modo negativo la sopravvivenza di pazienti affetti da neoplasia. Nei diversi gruppi di neoplasie studiati l’anemia può aumentare il rischio relativo di mortalità di un 65 % anche se vi sono differenze molto alte in rapporto al tipo di neoplasia (19% nei casi di neoplasie polmonari, 75 % nel carcinoma prostatico). La riduzione di sopravvivenza nei pazienti oncologici con anemia dovrebbe essere legata all’ipossia.
L’ipossia è un fattore che riduce l’azione citotossica della radioterapia; c’è una chiara evidenza di un rapporto positivo tra livelli di emoglobina durante il trattamento radiante e sia il controllo locale che la sopravvivenza in pazienti affetti da carcinoma della cervice uterina, neoplasie della testa e collo, carcinoma della vescica e del polmone. Più recentemente l’ipossia ha anche mostrato di essere un fattore chiave nello sviluppo della neoplasia agendo come stimolante della neoangiogenesi e promotore delle metastasi. L’anemia cronica può avere un impatto particolarmente negativo sul paziente anziano.

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