LA VITA MODERNA E' NEMICA DEL SENO
di Salvo Catania, 27 ottobre 2005 - ultima revisione: settembre 2008
Lo stile di vita occidentale ed il tumore del seno secondo i più recenti studi sembrano essere sempre più in stretta relazione.
Sicuramente quanto e cosa mangiamo ha un notevole impatto sul rischio di tumore mammario.
A Los Angeles al congresso annuale di Ricerca sul cancro (aprile 2005) l'ultima certezza:
gli acidi grassi omega 3 proteggono non solo la donna che li assume,ma secondo studi sperimentali,anche la prole (trasmissione del feto in gravidanza e al bambino in allattamento)
Fattori di rischio sono invece il soprappeso e l'obesità.
Contro il 30% di obesi degli Stati Uniti in Italia siamo sotto il 10% e infatti in Italia meno donne
muoiono rispetto agli Stati Uniti di cancro.
Abitudini,storia personale e genetica,l'età della prima mestruazione,l'allattamento,l'età della
menopausa,l'uso di ormoni e la terapia ormonale sostitutiva,sono fattori molto importanti,alcuni
"amici" e altri nemici del seno.
Inoltre la moderna ricerca molecolare ha portato a significativi progressi per quel che riguarda la familiarità.Molto si sa ora sulle funzioni dei geni BRCA1 e BRCA2 che possono indicare le probabilità di sviluppare un carcinoma mammario e per i quali esistono affidabili tests genetici.
I risultati di importanti studi avviati negli anni ottanta,ora disponibili, hanno progressivamente
Individuato il "pattern" degli ormoni sessuali e le condizioni dismetaboliche come fattori che favoriscono l'insorgenza del tumore mammario; queste evidenze si affiancano ai fattori di classico rischio,costituzionali e quelli legati alla vita riproduttiva ,il cui ruolo nell'eziologia del tumore del seno è confermato da studi più recenti.
Area geografica e condizioni socioeconomiche
La dimostrazione di tutto ciò è confermata da un maggior numero di tumori nelle donne occidentali
rispetto a quello delle civiltà agricole che seguono abitudini e ritmi di vita di un tempo.
Ad esempio l'incidenza del tumore del seno nelle donne cinesi è 80 volte più bassa rispetto a quello alle cinesi che vivono a Boston. Queste ultime presentano infatti la stessa incidenza delle donne americane di Boston.
La frequenza della malattia presenta una ampia variabilità geografica:l'incidenza più elevata si osserva nei paesi occidentali economicamente più sviluppati rispetto alla incidenza 10 volte inferiore dei Paesi poveri del Terzo mondo.
Anche in Europa e nella stessa Italia la variabilità della incidenza è molto alta con un gradiente di
rischio Nord-Sud : a Varese, Torino, Biella e Genova l'incidenza è di circa 150 casi per 100.000
donne per anno, mentre a Sassari, Ragusa e Napoli i tassi di incidenza sono inferiori ai 100 casi per
100.000 donne per anno.
Negli ultimi anni l'aumento di incidenza della malattia è stato più significativo nel Sud per cui le differenze si stanno gradualmente attenuando.
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