Se l'esperienza della malattia apre varchi dai quali fuoriescono energie, lasciando spesso un sentimento di vuoto e solitudine, i gruppi, nel loro insieme, riforniscono di energie (condivisione, comprensione, capacità di rispecchiamento e riconoscimento) e nella "Terapia degli affetti" viene rinforzata la capacità di attingere energie affettive dalle sorgenti interne, spesso per lungo tempo disattivate, una volta che la coltre di macerie che le ostruiva (derivante dalle catastrofi della vita) é stata, almeno in parte, liberata.
La funzione dello psicologo è quella di tradurre il significato affettivo delle esperienze raccontate, affiancato dalla donna operata che, per tutto l' arco del lavoro, prende nota delle discussioni e, alla fine, presenterà al gruppo un documento che ripercorrerà i temi e le questioni di cui si è discusso.
Un anno vola rapidamente, immersi negli scenari fantastici e straordinariamente ricchi delle "famiglie interne" di ognuna.
È un anno denso di avvenimenti (perlomeno emotivi), perché la possibilità di occuparsi dei conflitti e l'orientamento a riscoprire e valorizzare le risorse interne consente di rimettere in moto processi decisionali sin li spesso bloccati.
Così, nella Terapia degli affetti è frequente discutere di temi che in realtà rappresentano decisioni difficili da prendere: come modificare il proprio ruolo familiare, come ridefinire le antiche questioni in sospeso con i propri genitori, come sentirsi in una posizione non troppo scomoda e colpevolizzata nei confronti dei figli, come accordare i propri desideri con quelli dell'altro nella relazione di amore e così via...
Questi processi decisionali, spogliati dell'enorme carica di ansia che spesso contengono, sono condivisi con il gruppo perché lo statuto "democratico" che ci appartiene consente di non sentirsi attaccati neppure dalle opinioni contrarie che, anzi, spesso arricchiscono la scena con intuizioni di cui si potrà far tesoro.
I gruppi dunque emozionano, perché riprendono con forza e con passione le fonti interne della vita. A partire da un evento nucleare (la scoperta del nodulo: l'incontro con il cancro) si allargano progressivamente alla scoperta di panorami più vasti, ricomponendo un'immagine più completa e vitale della persona.
La possibilità di godere, ancora e di nuovo, delle cose e della vita definisce un atteggiamento positivo, una rinnovata capacità di vivere.
Questa capacità di trovare una gioia nuova, un nuovo gusto di vivere è, crediamo, l'obiettivo di tutti, toccati o no dal cancro.
Realizzarlo anche solo in parte, è la funzione dei gruppi, cui Attivecomeprima affida il compito di riattivare la speranza, la riprogettazione della vita, del benessere interiore e quindi della salute nel suo significato più ampio.
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