Quarta tappa: Km 76, direzione Cap 128°.
Vi sono due partenze: i primi 50 nonché le prime 5 donne
partono tre ore dopo il gruppo del quale faccio parte, alle 0910
il via, gli altri partiranno alle 1200. L´inizio viene preso
con molto rispetto, i Km sono tanti e anche le difficoltà
non sono poche: attraverseremo enormi pietraie intercalate da dune,
dunette, terreni sabbiosi, laghi asciutti coperti di sale, letti
di fiumi anche loro asciutti e anche un villaggio fatto di fango
e paglia . Nelle stradine che percorriamo c´è gente,
soprattutto bambini, che ci regalano il loro applauso. Sono i primi
spettatori che incontriamo. Qualche minuto di distrazione e poi
si ritorna nella solitudine. Siamo al Km 50, ne mancano “solo”
26 (ormai parliamo di Km come fossero noccioline), ma sono ancora
tanti e, chiaramente sono sempre gli ultimi i più duri. Stringo
i denti mentre il percorso si fa più sabbioso. Giuro che
non andrò mai più alla spiaggia, ho la nausea della
sabbia, in aggiunta ho visto e calpestato più pietre come
mai prima e i piedi mi fanno un male terribile. Mi fermo a cambiarmi
le calze sperando di trovare sollievo: tutto inutile, i Km si allungano
sempre più, le spalle cominciano a dolermi e il sole sta
calando. Al buio sarà ancora peggio. In lontananza scorgo
le luci del bivacco, ormai ci siamo, mi dico, ma ci vorrà
ancora più di un´ora prima di tagliare il traguardo.
Sono così esausto che, nel buio, non riesco a vedere le tende
nere e mi dirigo nella direzione sbagliata. Subito vengo raggiunto
e rimproverato da qualcuno dell´Organizzazione perché
sto entrando nella zona proibita, mi scuso e mi dirigo nel buio
pensando a quando facevo il servizio militare negli Alpini e in
quante occasioni usavamo il termine ”Pietà l´è
morta”. Qui non “l´è morta”, qui
non è mai esistita! Penso che potrei riprendere a giocare
a golf, sport molto più rilassante e pieno di verde!
Che notte! Mentre cerco di trovare la giusta posizione per dormire
almeno 5 minuti senza rigirarmi continuamente, penso a quelli che
sono ancora in cammino, che non arriveranno che domattina o forse
anche più tardi, forse giusto in tempo per ripartire per
la Maratona del giorno dopo. Trovo un po' di conforto. Questa mattina
i “Ialla Ialla” ci lasceranno in pace.
La tenda è un luogo sacro, carico di emotività, di
sensazioni, di amicizia, di piccole cose che altrove non avrebbero
la minima importanza, come il salame di Mario. Mario non si è
portato dietro cibi disidratati o cose strane, no, lui si è
portato dietro due salami, del parmigiano, delle olive, dei funghi
secchi, (pensate alla raffinatezza) dei panini e dei biscotti fatti
in casa da sua madre. Ebbene: il salame diventa l´invidia
della tenda. Al quarto giorno Mario, di nascosto, me ne passa una
fettina: piacere inimmaginabile! Inoltre, ogni volta che preparo
il mio brodo, mi passa un fungo secco per arricchirne il sapore.
|