Una corsa senza eguali
La 100 miles of Namib Desert è indubbiamente una manifestazione diversa, quasi atipica, tra le prove a tappe e ultramaratone che si disputano nel deserto alle quali ho partecipato.
Lo è forse semplicemente perché in realtà Marathon Des Sables (Marocco), Desert Cup (Giordania), Desert Cup (Mali), Desert Marathon (Libia),
sono gare difficilmente paragonabili tra di loro per via delle caratteristiche del deserto, l'altimetria ed il clima, la distanza da percorrere, la tipologia (a tappe o
no-stop), il regime o no di autosufficienza.
La Marathon Des Sables, per esempio, è una gara a tappe la cui difficoltà principale è il regime di
autosufficienza che, sulla distanza (mediamente di 250 km) riduce in modo sensibile la capacità di recupero.
Gran caldo secco di giorno, freddo intenso di notte.
Rintanati nel sacco a pelo si aspetta che il vociare dei berberi riporti la vita nel campo all'alba e con la sveglia
la certezza di una tappa che magari, come la terza, si corre su una distanza di un'ottantina di chilometri.
Nonostante la stanchezza non è facile dormire nelle tende che ondeggiano come vele. E' sotto queste però che si
instaurano complicità e amicizie che lo sforzo sovrumano consolida a volte per tutta la vita.
Caratteristiche completamente differenti presenta la Desert Cup della Giordania, gara no-stop di 170 km in
autosufficienza, con clima caldo secco e vento incessante, soprattutto di notte.
La partenza è da Petra e l'arrivo, attraverso il deserto rosso che fu di Lawrence d'Arabia, è a Wadi Rum, con 102 km
finali di sabbia e un dislivello di 2500 metri.
Nel 2003, per ragioni di sicurezza, la Desert Cup è stata trasferita in Mali con partenza alle porte della catena
delle falesie del Bandiagara, il cuore del regno dei Dogon, laddove il sahara diventa savana e va a morire sulle
sponde del Niger.. La prova è sempre no-stop, in autosufficienza, su circa 180 km.
Il clima è caldo umido: in assoluto la gara più dura! ( 35 % dei partecipanti costretti al ritiro!)Quella che per
caratteristiche si avvicina di più alla 100 miles of Namib Desert e sicuramente la Desert Marathon della Libia.
E' a tappe (4 maratone in 4 giorni) e non è in autosufficienza.
Si svolge nel bellissimo deserto dell'Akakus dove, oltre alle bellezze naturali veramente uniche, si ha
l'impressione di trovarsi in un museo a cielo aperto grazie ai numerosi reperti archeologici.
Il clima è caldo secco di giorno con escursione termica notturna terrificante (-2°C).
Anche la 100 miles of Namib Desert è una gara a tappe su distanze giornaliere prossime alla distanza della maratona. Non
è in regime di autosufficienza tanto che il pernottamento avviene nei bungalow di un accogliente lodge, il che
rende confortevole il riposo e garantisce un adeguato recupero.
Il deserto della Namibia, a differenza degli altri che ho attraversato di corsa, è "vivo": nessuno è così arido e
al tempo stesso così ricco di fauna e flora.
La ragione sta nella nebbia: un soffio umido e leggero che viene di notte a riportare la vita.
Piante e animali hanno imparato a sopravvivere in condizioni proibitive adottando strategie sofisticate.
In lande apparentemente incompatibili con la vita si possono trovare inaspettatamente anche grandi animali:
per esempio gli imponenti orici, simbolo della Namibia e poi struzzi, sciacalli e iene maculate.
Non ci sono però pericoli frequenti: solo Paolo Venturini ha sfiorato un rettile mentre si trovava in testa
alla maratona.
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