100 miles of Namib Desert 2004
di Chiara Tieghi
Pur essendo stata la prima edizione tutto è stato così ineccepibile da superare di gran lunga le migliori aspettative. Sarà stata l'esperienza e l'entusiasmo di Adriano Zito, sarà stata la presenza-mediazione del console nabibiano in Italia Petter Johannesen, sarà stata la fortuna, ma di fatto, pur essendo in Africa non abbiamo avuto un contrattempo. Abbiamo avuto la luna piena, bungalow tendati fantastici, buffet con ogni genere di alimento in grado di soddisfare ogni "mania" alimentare (persino le mie da "vegetariana" e altro) ed, infine, percorsi-paesaggi diversi ogni giorno pur muovendoci sempre attorno alla stessa "dimora". Abbiamo corso su piste di sabbia portante, discreti valici montani, una gola di un canyon, un lago salato e ... magnifiche, altissime dune arancioni-rosse che si alzano-fondono con un pianoro di sabbia bionda. Le impronte dei concorrenti che ci precedevano si intersecavano con quelle delle antilopi e struzzi e abbiamo avuto anche, lasciatemi dire in tutta sincerità, la fortuna di avere due giorni di forte vento, leggi tempeste di sabbia, forti tanto da rendere il tutto più epico e magico, ma senza essere propriamente "smeriglianti".
Per me poi che sono patologicamente ipersensibile all'immondizia abbandonata in natura, la sorpresa più bella è stato il fatto che NON CE NE ERA. Il console namibiano si è complimentato con noi per aver fatto di tutto per non lasciarne alcuna (sono testimone che Salvo ha "sprecato energie" per restituire ad un concorrente una busta di sali che gli era caduta dallo zaino, cosa, tra l'altro che gli sarebbe potuto costare l'eliminazione!), ma io penso che i complimenti vadano "alla Namibia" perché anche la persona più incivile avverta un blocco se davanti a se ha natura inviolata!
Io, di mio, solitamente noto più il lato naturale che umano, ma questa volta devo aggiungere che al gradimento generale ha giocato anche l'affiatamento generale di tutti. Splendida pennellata finale è stato il fatto che il primo assoluto (Giulio Macchia) che aveva tagliato il traguardo quasi sempre mano nella mano con Carlo Perassoli, vinta la partecipazione allo stesso viaggio per l'anno prossimo ha comunicato che dividerà il premio con lui!
Voglio poi citare la garbata gentilezza ed efficienza di tutto il personale del Lodge. Incredibile: ho segnalato che la caldaietta dell'acqua calda non andava e fuoriusciva odore di gas. Essendo in Africa ed in pieno deserto, in realtà, l'ho fatto "pro forma", mentre, concretamente mi ero procurata un invito a fare la doccia in "altrui" bungalow. Con mia somma sorpresa in 2 ore è stata posizionata una caldaia nuova!
Concludendo, quello che potrei dire per "orientare sul evento" tutti noi corridori "pazzi dell'estremo" è che forse qui mi è un po' mancato l'estremo! Non in tema di impegno di corsa sulle lunghe distanze, ma, essendoci sempre sentiti vegliati ed accuditi e, aggiungerei anche viziati, quello che mi è mancato è quel "acuirsi dei sensi" di quando ci si sente "persi e soli", quello spogliarsi completamente dai bisogni consumistici che avviene nella MdS dove l'autosufficienza aiuta chiunque a realizzare che i bisogni primari della vita sono solo l'acqua, il cibo e "da coprirsi" quando fa freddo. Lasciatemi però aggiungere che se di pazzi si parla, anche in questo gruppo io sono uno degli estremisti!
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