Novembre
2012
La
parola sbagliata: Cancro !
CI SONO parole che la politica dovrebbe pronunciare con
più cautela, soprattutto se vengono brandite contro un avversario,
prese in prestito per descrivere uno stato delle cose, urlate
per stupire. Si trasformano invece in banali e bieche metafore
che stridono come unghie sul vetro. Ma soprattutto fanno
male. Un tempo furono lager e gulag, piegate a un livello
d’astrazione assurdo e mai proporzionate, nella loro storica
tragicità, alle situazioni che ne invocavano l’ardito e
sciocco accostamento. Oggi è cancro. Da Berlusconi a Bersani, alla Santanchè (rivolta alla Boccassini) passando attraverso la Polverini, solo per citare gli esempi più recenti, la parola viene usata per marchiare degenerazioni sociali, economiche e politiche. Né il termine né la malattia, lo sappiamo tutti, per fortuna sono più un tabù, ma - e ce lo dicono oncologi e psicologi - il loro uso disinvolto e spesso sbagliato ferisce i malati e chi li cura: medici e familiari. Riportandoci, tra l’altro, agli anni dell’oscurità, quando il tumore veniva considerato incurabile, una maledizione laica o una punizione divina. E poi, chi fa politica non dimentichi mai che un po’ di eccentricità richiama consensi. Uno sforzo di fantasia retorica, tra metafore e metonimie, potrebbe un po’ aiutare.
La formazione di un
tumore è con l’avanzare dell’età relativamente frequente,
più di quanto si possa immaginare nella vita di un
individuo.
Diversi studi di anatomia
patologica condotti con autopsie su deceduti non per
cause tumorali (in uno di questi, svizzero, solo per incidenti
stradali) hanno riscontrato che i deceduti
celavano dei microtumori mai diagnosticati
nel corso della loro vita.
In particolare
·
Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni)
presentavano un tumore (in situ) al seno;
·
Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano
un tumore (in situ) alla prostata;
·
Il 100% delle donne e uomini sopra i 50
anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.
Allo stesso modo queste
percentuali , anche se gli asiatici hanno un tasso
percentuale di cancro alla prostata molto inferiore agli
occidentali, con l’analisi di biopsie effettuate su
popolazioni asiatiche ed occidentali, mostra che il numero
di cellule prostatiche avviate ad acquisire caratteristiche
di malignità (cellule precancerose) è esattamente
lo stesso nelle due popolazioni, il che indica che
le abitudini di vita, tra cui l’alimentazione, sono
determinanti per consentire a questi microtumori di
raggiungere uno stadio clinico aggressivo oppure restare
latenti e misconosciuti per tutta la vita.
Se i tumori che
si formano in continuazione spontaneamente nel nostro organismo
rimangono in stadio latente e microscopico, senza alcun
pericolo per la salute, ciò non toglie che talvolta possono
crescere e raggiungere uno stadio di cancro mortale. Lo
sviluppo di queste forme tumorali sarebbe causato da una
cattiva regolazione dei nostri sistemi di difesa naturale
( di vario tipo) contro l’angiogenesi indotta dal cancro.
http://www.senosalvo.com/terapia_metronomica.htm
In condizioni normali
le difese angiogenetiche riescono a contrastare efficacemente
i tentativi dei microtumori di rifornirsi di ossigeno
e nutrimento attraverso i vasi neoformati. In questo
caso i tumori si stabilizzano allo stadio latente e vengono
scoperti accidentalmente solo con le autopsie.
Quanto siano importanti
queste difese contro la formazione dei vasi lo vediamo
nelle persone affette da Trisomia 21 (sindrome di Down o
mongolismo)
che non sviluppano
quasi mai dei tumori ( *)e questa protezione sarebbe
dovuta alla presenza di alti livelli di un particolare
inibitore (l’endostatina) prodotto dal cromosoma
21 addizionale.
La presenza continuativa
di molecole antiangiogenetiche provenienti dall’alimentazione
permette dunque di sostenere le difese naturali dell’organismo
e di mantenere la neoplasia in uno stadio inoffensivo.
Si deve quindi considerare il
cancro come una malattia cronica, molto frequente a partire
da una certa età, che è possibile mantenere sotto stretto
controllo grazie all’aiuto di alimenti ricchi di composti
antitumorali.
(*) Ad eccezione dei tumori
del testicolo e leucemie
http://www.ds-health.com/abst/a0205.htm
L’obiezione che si può fare è
che il tasso di sopravvivenza di queste persone
sia più bassa rispetto alla popolazione normale, ma è indubbio
che in contrasto con le neoplasie ematologiche, i tumori
solidi sono meno comuni, forse a causa di aumento del numero
di geni oncosoppressori contenuti nel materiale genetico
extra.
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