SPORT ESTREMO e STATI ALTERATI DI COSCIENZA Sui
praticanti degli sport pericolosi viene spesso proiettata
l’ombra dell’eroe, con il suo lato negativo e malato
.Paracadutisti, esploratori, speleologi, alpinisti
sono comunemente considerati dei pazzi incoscienti, manti del pericolo
gratuito, degli scriteriati sui quali aleggiava complice una certa
psicoanalisi da strapazzo- il sospetto di ben precise patologie
:narcisismo, volontà di potenza, instabilità emotiva e desiderio
di morte. In tempi recenti lo psicologo F. Farley ha contribuito
in maniera determinante ad investigare il profilo psicologico di
atleti ad alto rischio e che per primo h delineato la cosiddetta
personalità di tipo T, cui apparterrebbero i protagonisti dell’estremo,
che tende a cercare il rischio estremo come forma di eccitamento
e di stimolo.
Le personalità di tipo T si dividerebbero in due gruppi
: - i T + (più) che vivono il rischio in maniera positiva, controllata
e salutare - i T – (meno) che tendono a cercare i rischi in maniera
negativa attraverso la delinquenza, la violenza gratuita, e l’autodistruzione
attraverso la sperimentazione di droghe o alcol. Sui T+ Farley scrive
“ La prima cosa che appresi da queste persone fu che essi avevano
sviluppato una enorme voglia di vivere e che la vita per loro era
la cosa principale al mondo. Manifestavano un grande desiderio di
vita poiché tutti loro avevano una vita estremamente interessante
ed eccitante.
Nello stesso senso va letta la ricerca di G.Semler,
la quale, oltre a contenere la più completa raccolta di ipotesi
teoriche, psicologiche e psicodinamiche, sulle motivazioni (patologiche
e non) che potrebbero essere attive nell’animo dei praticanti delle
attività estreme, risulta utile per un ulteriore motivo, perché
l’obiettivo segreto delle attività estreme, in verità, sarebbe il
conseguimento di quel particolare stato di grazia che Semler ha
chiamato FLOW, e che si realizzerebbe solo, ma non sempre, nel momento
della massima concentrazione. Questi atleti volte affrontano situazioni
in cui il minimo errore, la minima distrazione può costare loro
la vita. In queste situazioni , percepire ed esistere diventano
una sola cosa, ci si fa tutt’uno con l’azione, ci si identifica
con essa completamente e la dolorosa scissione soggetto-oggetto,
che ci perseguita come un trauma dalla nascita, per un istante si
annulla. E , come ho scritto altrove….si annulla la memoria
http://www.senosalvo.com/il_deserto_parte_I.htm
Non ci si sente più separati da ciò che si fa, azione e coscienza
coincidono. Talvolta l perdit della cognizione astratta di sé è
così totale da determinare una comunione con ciò che ci circonda.
Flow, scrive Semler, è meditazione, anche se non come la si intende
comunemente nella tradizione cristiana e orientale.
Emblematico
il riconoscimento molto ambito riservato a coloro che riescono a
portare a termine la terribile Diagonale dei Pazzi, che ogni anno
si svolge nell’isola della Reunion (700 km dal Madagascar): una
maglietta dove c’è scritto J’AI SURVECU . SONO SOPRAVVISSUTO.
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