Domande più frequenti sulla RADIOTERAPIA
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Cosa è la Radioterapia?
La radioterapia consiste nella somministrazione di radiazioni
con un apposito apparecchio (acceleratore lineare) a scopo di
cura. Le radiazioni possono essere erogate dall’esterno (radioterapia
esterna) o direttamente sull’organo da trattare durante l’intervento
chirurgico (radioterapia intraoperatoria).
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Perché si esegue la radioterapia?
La radioterapia, attraverso l’emissione di radiazioni, consente
di curare alcune malattie, in particolare quelle tumorali. Nel
trattamento delle neoplasie mammarie, la radioterapia è generalmente
utilizzata in aggiunta all’intervento chirurgico, allo scopo
di ridurre il rischio di recidive locali, attraverso la eliminazione
di eventuali cellule tumorali residue all’intervento chirurgico..
La necessità di irradiare la mammella residua è giustificata
dal fatto che eventuali residui microscopici di malattia devono
essere sterilizzati in vicinanza della sede tumorale o nei restanti
quadranti della mammella.
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Quanto dura un ciclo completo e quale
è la dose ? Dopo chirurgia conservativa viene consigliata
una dose totale di 50 Gy in 25 sedute in un periodo di 25 settimane
(dal lunedì al venerdì)
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E’ dolorosa ? Assolutamente no.
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Cosa devo fare prima di iniziare la
radioterapia? Prima di iniziare il trattamento va effettuato
un consulto con lo specialista radioterapista; che nel corso
della visita , in relazione alla situazione clinica, stila un
programma terapeutico. Durante questo colloquio la paziente
viene informata sui motivi del trattamento radiante, sulle modalità
e tempi di esecuzione e sugli effetti collaterali seppure modesti.
Indispensabile il consenso informato. Al colloquio (importante!!!!!
) occorre presentarsi con tutta la documentazione in proprio
possesso perché il radioterapista, prima di iniziare il trattamento
deve conoscere i reperti clinici e mammografici preoperatori
e i dati chirurgici, patologici e biologici, nonché l’eventuale
integrazione con chemioterapia adiuvante se è stata eseguita.
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Cos’è e come viene fatta la “simulazione”?
Prima di iniziare il trattamento, il radioterapista, in
collaborazione con il fisico sanitario, redige un piano di trattamento
personalizzato, in relazione all’intervento eseguito e alla
conformazione anatomica della paziente. Spesso è necessario
eseguire delle scansioni TC della sede di malattia, con apparecchiatura
dedicata (TC simulatore). Sulla cute vengono tatuati alcuni
punti di riferimento per centrare con precisione la zona da
trattare. La radioterapia inizia a circa una settimana dalla
simulazione.
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Come viene eseguita la radioterapia
esterna? Dopo aver terminato la simulazione e l’elaborazione
del piano di cura ha inizio il trattamento vero e proprio. Nella
maggior parte dei casi viene effettuata una seduta al giorno
per cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì, per
alcune settimane consecutive. Il trattamento viene eseguito
in regime ambulatoriale. In occasione di ogni seduta la paziente
viene accompagnata all’interno della sala di trattamento dove
è alloggiata l’unità di terapia. La paziente, dopo essersi tolta
i vestiti che coprono l’area da trattare, viene fatta distendere
su un lettino e accuratamente posizionata secondo quanto già
deciso nel corso della simulazione. La parte della macchina
da cui fuoriescono le radiazioni, chiamata “testata”, viene
ruotata attorno alla persona per essere situata correttamente
in corrispondenza dell’area da trattare. Tutta questa operazione,
chiamata “set up”, viene fatta di solito a luci spente: essa
rappresenta la fase più importante e laboriosa di ogni seduta
e richiede diversi minuti. Una volta posizionata correttamente,
la paziente viene lasciata sola nella stanza e il trattamento,
per lo più della durata di pochi minuti, ha inizio. Ogni stanza
è dotata di sistema di comunicazione mediante interfono e di
un sistema video a circuito chiuso che consente un costante
controllo. Non alzatevi mai dal lettino senza che questo vi
sia chiesto!
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Dopo la seduta di radioterapia devo
osservare delle regole particolari? Al termine di ogni seduta
può riprendere le proprie attività senza particolari precauzioni.
La radioterapia esterna o intraoperatoria non rende radioattivi
e quindi si può stare tranquillamente a contatto con altre persone
immediatamente dopo la seduta.
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Quali sono gli effetti collaterali conseguenti
all’irradiazione della mammella?
Gli effetti collaterali immediati e quelli a breve e lunga Distanza
sono oggi veramente modesti se la tecnica radioterapia è corretta.
- Alterazioni cutanee: ricordiamo che la cute irradiata
si comporta all’incirca come dopo una esposizione solare protratta;
questo significa che le possibili alterazioni a carico della
cute sono variabili da persona a persona. Le zone più sensibili
della mammella sono soprattutto l’areola, il solco sottomammario
e il cavo ascellare: tali zone diventano ancora più sensibili
se il trattamento viene effettuato in estate in quanto la sudorazione
può favorire ulteriormente la comparsa di alterazioni cutanee.
Durante il corso della radioterapia e nelle settimane successive
al termine della stessa, l’eritema cutaneo è ben controllabile
con creme o pomate idratanti a basso contenuto di cortisone.
- Sensazione di tensione mammaria: questo disturbo è
dovuto prevalentemente ad una raccolta di liquidi a livello
della mammella irradiata per effetto sia delle radiazioni che
della alterata circolazione linfatica conseguente all’intervento
chirurgico. Può essere utile non indossare il reggiseno. Si
raccomanda di riprendere gli esercizi di riabilitazione appresi
dopo l’intervento.
- Aumentata consistenza: questa alterazione è determinata
dal fatto che nella maggior parte dei casi la mammella irradiata
può andare incontro ad un variabile processo di fibrosi indotto
dalle radiazioni. Questo effetto può perdurare anche per diversi
mesi dal termine del trattamento e a volte anche più a lungo.
Conclusioni ed eventi avversi molto rari
Il risulato cosmetico finale oggi dipende molto
poco dalla radioterapia eseguita con tecnica standardizzata. Sono
fattori decisamente più influenti per l’estetica, le dimensioni
del tumore, la sua sede, l’ampiezza della exeresi, il volume mammario,
l’abilità del chirurgo, e l’eventuale associazione chemioterapia.
Le complicanze tardive segnalate in letteratura (danni polmone,
pericardio e miocardio) sono oggi molto rare, poco o nulla sintomatiche.
Carcinomi della mammella controlaterale si sono presentati secondo
l’incidenza attesa dopo lunga osserva zione su ampie casistiche,
sfatando l’ipotesi di un effetto cancerogeno delle radiazioni, inevitabilmente
assorbite dal seno controlaterale. Segnalati solo (Zucali 1994 e
Bolin 1996) casi veramente sporadici di sarcomi della mammella irradiata,
più spesso angiosarcomi, dopo intervalli di tempo relativamente
brevi (3-8 anni), verosimilmente radiondotti. La estrema rarità
di queste osservazioni non può esimerci dal modificare l’attuale
orientamento di eseguire sempre, quando è possibile, la radioterapia
dopo chirurgia conservativa. Nel sito
www.radioterapiaitalia.it
troverà l’elenco di tutti i centri di radioterapia d’Italia.
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