Di Salvo Catania Maggio
2014
Quando si dice che lo
stile di vita (alimentazione+ attività fisica) allunga la
vita, non si conferma una credenza popolare, ma si afferma
una verità scientifica.
Fermo restando
che il tasso di mortalità alla fine è del 100% !
Perché morire è una questione
di velocità . Chi cammina troppo piano rischia di
farsi raggiungere dalla Grande Mietitrice. Ma per
non farsi raggiungere vorremmo sapere a che velocità cammina
la Morte.
Fino ad oggi la scienza
non l’aveva mai calcolato. Una equipe australiana è venuta
a colmare questa lacuna con una ricerca medico-umoristica
pubblicata il 15 dicembre 2011 dal British Medical Journal.
Per capire la metodologia
utilizzata da questi ricercatori, occorre sapere che la
velocità del passo costituisce una misura eccellente e obiettiva
per valutare le capacità fisiche delle persone anziane,
tanto che ha permesso di prevedere in modo affidabile, tra
numerose schiere di soggetti, chi sarebbe sopravvissuto
a corto o medio termine, pur sapendo che alla fine, come
al casinò, il banco vince sempre.
Chi cammina troppo
piano rischia di farsi raggiungere dalla morte : per questo
si cronometra il passo delle persone anziane e si registra
chi morirà e chi no nei mesi e negli anni successivi, potendo
così calcolare con precisione la velocità massima alla quale
cammina la morte.
Sono state reclutate
più di 1600 persone ultrasettantenni nei dintorni di Sidney
grazie alle liste elettorali, le quali hanno il vantaggio
di fornire le date di nascita e di essere un campione rappresentativo
della popolazione, poiché in Australia votare è obbligatorio.
I ricercatori hanno
cominciato a misurare la velocità di marcia dei nonnini.
Poi hanno aspettato in media 5 anni per le prime valutazioni
seguendo da lontano lo stato di salute di quei signori e,
quando nessuno rispondeva ai questionari consultavano il
registro dei decessi.
Risultati : 266 partecipanti
non sono arrivati in fondo alla ricerca. Avrebbero dovuto
sapere che camminando in media a meno di 2,9 km/h rischiavano
più degli altri di farsi raggiungere dalla Grande Mietitrice
che procede proprio a quella velocità.
Al contrario, a partire
dai 4,9 km/h “costei” non è in grado di raggiungere
nessuno.
La morte fotografata.
L’esatto momento in cui
l’anima lascia il corpo sembra essere stato catturato dallo
scienziato russo Konstantin Korotkov, direttore del
Research Institute of Physical Culture di San Pietroburgo,
che avrebbe fotografato una persona con un dispositivo bioelettrografico
nel momento esatto in cui è deceduta.
Korotkov ha scattato la
foto con la tecnica Kirlian: il metodo, adottato
dal Ministero della Salute russo ed utilizzato da
oltre 300 medici in tutto il mondo come forma di monitoraggio
per malattie come il cancro, è stato perfezionato da Korotkov
con tecnica GDV (Gas Discharge Visualization)
che ha poi applicato su una persona in punto di morte. L’alone
azzurro nell’immagine a sinistra rappresenta il momento
in cui, secondo lo scienziato, l’anima sta abbandonando
il corpo che, una volta spirato il soggetto, diviene rosso.
Secondo Korotkov, l’ombelico
e la testa sono le parti che per prime perdono la loro forza
(cioè l’anima) mentre l’inguine ed il cuore sono le aree
che vengono abbandonate per ultime.
Lo scienziato ha affermato
che le immagini da lui ottenute dimostrerebbero che l’anima
ritorna più volte nel corpo, specie in caso di morte violenta
o improvvisa, come se manifestasse uno stato confusionale
e ritornasse nel corpo nei giorni seguenti alla morte: lo
scienziato ascrive il fenomeno ad energia non utilizzata
che è contenuta nell’anima. Per Korotkov più la morte è
improvvisa e non naturale, più l’anima, rappresentata dalle
onde elettromagnetiche fosforescenti, resta a lungo vicino
al corpo, quasi stentasse ad accettare l’improvvisa separazione.
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