Dall'artrosi alla mononucleosi al vomito in gravidanza come orientarsi con l'omeopatia in medicina
Sono trascorsi oltre due secoli
da quando un medico tedesco, Samuel Hahnemann, evidenziò empiricamente
l’efficacia terapeutica sull’uomo di numerose sostanze presenti in
natura in dosi estremamente diluite.
I suoi studi mostrarono per la prima volta che droghe in concentrazioni
infinitesimali e sottoposte ad una forma particolare di potenziamento
(la dinamizzazione), esprimevano una spiccata valenza terapeutica in
numerose patologie.
Samuel C.F. Hahnemann
Da allora si sono susseguite
numerosissime verifiche e sperimentazioni sulle osservazioni di
Hahnemann, sono stati prodotti e pubblicati centinaia di lavori
scientifici controllati in materia ed i principi della medicina
omeopatica sono applicati con successo in molti paesi del mondo; in
Italia si studia in Masters Universitari e presso istituti privati
accreditati, la esercitano migliaia di medici e dal 2002 è riconosciuta
dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici come disciplina
medica complementare.
Per orientarsi meglio nell’ambito delle opportunità terapeutiche offerte
da questa disciplina ho formulato le considerazioni che seguono, in
risposta alle domande più frequenti che molti pazienti si pongono:
- l’esercizio dell’Omeopatia è di esclusiva
competenza del Medico-Chirurgo abilitato all’esercizio della
professione;
- l’Omeopata è quindi un Medico
generico o specialista che ha integrato la sua formazione accademica
con anni di studio dei fondamenti teorici e delle applicazioni
cliniche di questa disciplina;
- le visite di Medicina Omeopatica si effettuano anche
presso alcune strutture pubbliche: i pazienti che vogliono
usufruire di tali prestazioni ad un costo pari al ticket sanitario
regionale per la Medicina Generale possono richiedere alla A.S.L. di
appartenenza l’ubicazione nel territorio degli ambulatori
predisposti ad erogare il servizio;
- i rimedi omeopatici classici si riconoscono
perché riportano sull’etichetta la denominazione latina del
vegetale, del minerale o dell’animale dai quali derivano i principi
attivi, uno o più di uno (se il prodotto è unitario o composto),
seguiti da un numero intero e da lettere dell’alfabeto che ne
indicano il grado di diluizione ed il tipo di dinamizzazione
utilizzati (es.: Arnica m. 5 CH, Silicea 200 K, Lachesis m. 6 LM;
Sulfur D 15 + Nux Vomica 30 CH); i rimedi sono reperibili in forma
di globuli, granuli, compresse, gocce, fiale, supposte, pomate e si
acquistano presso tutte le Farmacie;
- il meccanismo d’azione si suppone sia dovuto ad
un’influenza di tipo regolatorio dei rimedi omeopatici su organi ed
apparati in squilibrio patologico: la legge del simile, la legge
dell’effetto inverso, l’ormesi, gli studi di medicina quantistica
molecolare sono solo alcuni degli elementi sicuri sui quali si sta
concentrando la sperimentazione per comprendere la dinamica
terapeutica delle dosi omeopatiche infinitesimali;
- è una medicina per tutti: ad ogni età, dal
neonato al paziente anziano alla donna in stato di gravidanza, tutti
possono seguire una terapia con rimedi omeopatici;
- è indicata in numerose patologie come terapia
di prima scelta o ad integrazione della terapia medica prevista
dalle linee guida della medicina ufficiale; è esclusivamente il
Medico esperto nella disciplina a suggerire per la patologia da
trattare l’opportunità o meno di seguire una cura omeopatica e le
eventuali modalità di applicazione della stessa;
- può manifestare effetti collaterali spiacevoli:
molte preparazioni omeopatiche (le basse diluizioni decimali e
centesimali) contengono principi attivi in concentrazioni simili a
quelle con cui agiscono numerose molecole biologicamente attive
nell’organismo umano (citochine, neuromodulatori). Anche se molto
rare, in pazienti particolarmente sensibili o intossicati possono
verificarsi reazioni spiacevoli temporanee e facilmente
controllabili dovute all’azione tossica diretta del medicinale
(aggravamento omeopatico);
- non è vero che quando efficace la terapia omeopatica
comunque richiede tempi lunghi perché il paziente guarisca:
premessa l’esattezza della prescrizione farmacologia, le variabili
da considerare per quantificare i tempi di una terapia sono
essenzialmente due, la natura della patologia da trattare e la
risposta biologica individuale.
Ad esempio per la risoluzione di una
tonsillite batterica in un bambino fondamentalmente sano i tempi saranno
molto brevi mentre per contrastare i danni articolari dovuti ad
un’artrosi grave in un soggetto anziano e sofferente i tempi saranno
evidentemente lunghi; ed ancora la regolazione dell’ormone Tsh in uno
squilibrio funzionale della ghiandola tiroide nei casi più fortunati
potrà ottenersi in pochi giorni mentre il recupero di normali livelli di
ferritina richiederà certamente di più; gli effetti di una terapia in
medicina estetica (cellulite, rughe) con le formulazioni farmacologiche
iniettabili sono visibili già dalle prime applicazioni;
- non è vero che perché funzioni bisogna crederci:
i risultati terapeutici sono tanto validi nei pazienti che già
conoscono, si curano e considerano efficace la medicina omeopatica
quanto con quelli scettici o contrari, che si avvicinano per la
prima volta con ritrosia o solo per prova; pari efficacia mostra
inoltre in molti disturbi dell’epoca neonatale, contesto in cui è
evidentemente preclusa ogni forma di credenza preconcetta;
- non è vero che il paziente migliora perché il medico gli
dedica molto tempo: le visite di medicina omeopatica
possono essere lunghe, brevi, a volte brevissime e senza che ciò
influenzi minimamente l’efficacia della prescrizione (i neonati non
sanno neanche di essere in visita dall’omeopata!);
- l’effetto placebo esiste come in qualunque altro atto
medico ma nel caso della medicina omeopatica è presente in
misura notevolmente ridotta se non in alcuni casi con valenza
nettamente contraria.
Infatti, la suggestione in positivo che
accompagna i pazienti nelle cure omeopatiche è minima perché:
a) sono variamente alimentati disinformazione,
scetticismo e diffidenza nei confronti dell’omeopatia dalle più
prestigiose fonti d’informazione scientifica ufficiale in nome della
doverosa tutela della salute dei cittadini (omeopatia = acqua fresca =
assenza di terapia);
b) i lavori che ne provano la validità scientifica sono
totalmente sconosciuti ai pazienti;
c) trattasi di medicina non convenzionale, non
appartenente al bagaglio culturale di ciascuno e per questo, a
differenza della medicina ufficiale, non accettata a priori;
d) spesso i pazienti si rivolgono all’omeopatia come
“ultima spiaggia”, ormai totalmente sfiduciati nei confronti della
medicina e dei medici in generale a causa di tutti i precedenti
insuccessi terapeutici vissuti.
Sarebbero ancora numerosi gli spunti di riflessione utili da valutare
per comprendere meglio l’omeopatia e più in generale tutto il settore
della medicina non convenzionale e si lavora molto in ambito accademico
per percorrere la via della giusta integrazione tra la medicina
ufficiale e quelle discipline che mostrano un’efficacia terapeutica
degna di considerazione.
Il fine ultimo resta sempre quello di
proporre di volta in volta lo strumento terapeutico più idoneo e valido
per salvaguardare la salute del paziente.
Links:
www.infomeopatia.com
www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/mnc/normativa/regionale/index.html
www.medibio.it
www.omeopatiapertutti.org
Articolo tratto da
http://omeopatiapertutti.org
Su gentile concessione del
Dr. Riccardo Ferrero Leone |