La Forza di Vivere

 

 



Di Salvo Catania  2012

Non fu il caso se ho avuto la fortuna di incontrare  nel 1976 Umberto Veronesi e la sua scuola e subito dopo Ada Burrone e l’associazione che allora aveva la sede presso l’Istituto dei tumori di Milano in via Venezian di Milano.

Il primo impatto con Ada fu all’Istituto  dei Tumori. Mi affascinava la sua storia ed avevo capito subito che aveva molto da insegnarmi come paziente.

  Non fu il caso ma una esigenza incontenibile che mi spingeva , giovane e inesperto chirurgo a completare un training professionale. In quel momento ero consapevole che al mio desiderio naturale di aiutare gli altri, la facoltà di Medicina aveva contrapposto l’insegnamento a mantenere la distanza dal paziente piuttosto che darmi indicazioni sul modo  migliore per comunicare con una persona malata.

Pertanto quando nel 1976 per la prima volta varcai la soglia di attive come prima  sapevo cosa cercare anche se ancora non sapevo quale esperienza scioccante avrei incontrato quando Ada mi avrebbe mandato allo sbaraglio a confrontarmi con le altre donne operate e soprattutto con le donne più battagliere dell’associazione.

 All’età di 36 anni, Ada  allora segretaria  di uno dei primari dell’istituto venne operata di mastectomia ed incoraggiata subito dopo  dal Prof. Bucalossi, Prof. Veronesi, Prof. Salvadori e Prof. Ventafridda  a conoscere di persona la realtà negli  Stati Uniti all’American Cancer Society   dove risiedeva  la prima associazione al mondo  “Reach to Recovery”,  fondata da Teresa  Lesser a favore delle donne mastectomizzate.

Ada  di ritorno dagli Stati Uniti con l’aiuto del  Direttore Sanitario si mise a   lavorare reclutando  le pazienti  che aveva identificato consultando  le cartelle cliniche dell’archivio dell’Istituto dei tumori . In tale occasione Ada apprende  per la prima volta leggendo   la sua cartella di essere stata operata per una malattia “a prognosi infausta”.

Dopo un attimo di smarrimento decise proprio a maggior ragione di fondare l’associazione.

 Dovremmo organizzare  un intero convegno per spiegare cosa abbia imparato frequentando Ada, sia  parlando direttamente con Lei sia attraverso le lettere che mi ha inviato  per 36 anni,  sempre a Natale o in occasione  della morte di conoscenti comuni.

Ovviamente  considero un vero training professionale avere lavorato per tanto tempo con Ada e non solo per quello che diceva, ma anche attraverso le cose che mi scriveva, immancabilmente ad ogni Natale o in occasione  della morte di un conoscente comune.

Conservo molti di questi documenti che un giorno mi piacerebbe pubblicare perché sono molto importanti per un training oncologico

   

Certamente, cosa non marginale,  ha spostato i  miei pensieri focalizzati sulla paura della morte  verso quelli della vita, aiutandomi  ad elaborare la mia morte al punto che quando potevo la mia vita la andavo a rischiare  nei deserti di tutto il mondo o cimentandomi  con gli sport estremi più pericolosi ed impegnativi.

http://www.senosalvo.com/senosalvo_sport.htm

  

Mi ha insegnato che il cancro  non è  solo una guerra ad oltranza  contro un nemico da bombardare, distruggere ed affamare, il che non si allinea con la cultura sanitaria che  in tutte le metafore guerriere non  si rende conto   di avere persino  coniato il termine di “arruolati” per i pazienti che partecipano a studi clinici controllati.

Quando entusiasta era motivato a guarire ad ogni costo  Ada  mi  aveva ridimensionato  da subito dicendomi che nessuno può sostituirsi a Dio e che nessuno ci ha chiesto di farlo

Con Ada abbiamo parlato per 36 anni non solo di alleanza con la scienza medica, ma anche di tutto ciò  che va oltre la scienza medica. Soprattutto del cambiamento che segue alla scoperta della malattia.  Della crescita che è una opportunità che non tutti sanno cogliere dopo il cancro e infine della saggezza  che si acquisisce  quando  si è consapevoli di essere ormai tra i sopravvissuti.

La saggezza acquisita da Ada la portava a non dare mai consigli salvo che nella scelta del medico quando le veniva richiesto.  Mi è rimasto impresso il consiglio  dato ad una donna e  rubato dal corridoio che filtrava dalla porta socchiusa dello studio di Ada :

 Non consultare troppi medici in cerca di conferme : avrai solo pareri diversi. Scegli chi possiede speranza  e te la può trasmettere mentre ti sta curando con scienza e coscienza.


30   pag20

La prima valutazione dopo una decina di anni su Ada fu che si trattasse di una “paziente eccezionale” e da allora ho cominciato a raccogliere le storie dei pazienti eccezionali che avevano le caratteristiche che qui riporto. Mai avrei immaginato  che a questa categoria    appartengano i pazienti che vivono di più, ma soprattutto che vivono meglio i restanti anni della loro vita. Allora  ebbi subito il sospetto che accomunasse queste pazienti anche un pizzico di follia . Ne ho avuto la certezza dopo circa 25 anni di raccolta di storie contando i sopravvissuti, al punto che decisi di  acquistare il dominio  di www.ragazzefuoridiseno.it  per raccontare un giorno, se ne avrò il tempo, questa incredibile raccolta di esperienze umane.

Ma  la lezione più importante anche dal punto di vista professionale :

 LA FORZA DI VIVERE

 STRENGTH TO LIVE

di Ada Burrone

  • Cambia improvvisamente il senso della vita e, anche tu, per sentire di esistere, hai bisogno di uniformarti al cambiamento indotto dal cancro, altrimenti è come se nuotassi contro corrente. A cosa serve lottare contro l’accaduto se non a perdere energia?

  • E come fare, proprio quando senti che la vita ti sfugge, ad afferrarla, a rimodellarla, a impreziosirla ? Ti senti trascinato dalla mente davanti al bivio della vita e della morte, e come se il mondo ti fosse caduto senza preavviso addosso, cerchi una via d’uscita.

  •  Non hai però la forza di scegliere la strada da percorrere : quella del rifiuto e della lotta contro la malattia oppure quella dell’accettazione e della riconciliazione con te stesso e con la vita.

  • Quanto vivrai non ti è dato di sapere, ma nemmeno prima di questo “incidente” potevi conoscere la durata del tuo tempo di vita.

  • La differenza sta nel fatto che ora ne sei consapevole, sei costretto a fare i conti con te stesso e poi scegliere se essere tu il protagonista della tua vita se lasciare che lo diventi la malattia.

  • La tua buona condizione fisica ti permetterà di vivere a lungo, ma la tua scelta di pensarti nella vita ti darà anche una nuova forza interiore.

  • So che emerso in te il senso della finitezza, che la paura dell’incognito ti fa sentire disorientato, confuso e impotente, ti blocca i progetti e le energie : l’ho provato!
    Uno scienziato, Albert Einstein, che di energia ne sapeva qualcosa, sosteneva che l” immaginazione è più potente della conoscenza”.

  • Se l’immaginazione è la porta attraverso la quale passano la volontà e la svogliatezza perché allora non decidere di incanalare attraverso la mente, le tue energie nella vita anziché disperderle nella paura ?

  •  Ma come fare, ti chiederai, a mettere in movimento un’azione costruttiva In un momento così distruttivo ?
    Proprio perché il mondo ti è crollato addosso Ora ti si presenta l’occasione di ricostruirlo.

  • Prova ad immaginarti solo : nel buio di una giungla, oppure in un deserto senza acqua da bere.

  • Prova a sentire se dentro di te predomina la rassegnazione la volontà di trovare la soluzione.

  • Se nutri nel cuore un grande desiderio da realizzare, questo ti attrarrà come un magnete verso la giusta via d’uscita verso l’acqua per dissetarti.

  • Scoprirai che la forza di quel “magnete” ti staccherà dagli ostacoli che potrai incontrare per raggiungere la meta.

  • Accadrebbe la stessa cosa anche se tu fossi in compagnia di altre persone : ognuno sarebbe costretto ad attivare la propria forza interiore per raggiungere lo scopo. Ognuno ha il proprio bagaglio da portare e la propria strada da percorrere, sia esso da solo o tra mille altri.

  • L’autonomia interiore dà la forza, l’aspettativa che altri risolvano i nostri problemi, crea dipendenza e fragilità. Non attribuire la causa della tua sofferenza agli altri. Tu sei tu, così come sei, lascia che gli altri siano come sono. Vi incontrerete prima se ognuno sta in piedi con le proprie gambe.

  • Apprezza te stesso, apprezzerai gli altri. Tu hai la capacità di rendere possibili le cose che appaiono impossibili, se ci credi. Se hai fiducia in te stesso la porrai negli altri

  • Sii gentile con te stesso, abbassa le difese, deponi la maschera, accettati come sei, liberati dal timore del giudizio degli altri. Non giudicarti ti servirà a non giudicare. Se hai bisogno di piangere , fallo ma attingi anche al beneficio energetico del ridere.

  • Se hai scelto di avventurarti nella vita, comunque essa sia, in modo costruttivo, puoi sentire che la tua mente impegnata in quella direzione, non dà più spazio ai pensieri di insuccesso. Stai agendo come un esploratore alla ricerca di un tesoro.

  • Stai avvicinandoti però ad un tesoro singolare che non è un desiderio da realizzare un luogo da raggiungere, ma è una nuova condizione di benessere.

  • I tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e le tue azioni si stanno armonizzando tra loro e tu stai prendendo in mano la tua vita.

  • Il tuo mondo interno non rifiuta più la realtà che stai vivendo, perché, in pace con te stesso, la puoi contenere, è parte di te.

  • Stai liberandoti interiormente di quel mondo che sentivi cadere addosso. Ti senti alleato di te stesso, non hai più bisogno di lottare contro le cose che non possono cambiare, provi il beneficio di armonizzarti con esse.

  • Nello stesso modo puoi rapportarti con il cancro : puoi smettere di trattarlo mentalmente come un nemico, perché nel combatterlo continuamente ne coltivi l’idea, mentre se lo tratti come un visitatore sconosciuto, non troverà ospitalità.

  • Dirigere la mente è questione di volontà. Tu la possiedi.

  • Più darai spazio al tuo essere nella vita, più l’idea della malattia, si allontanerà spontaneamente dai tuoi pensieri.

  • Concediti di riempire ogni giorno la tua esistenza con tutta l’energia vitale e creativa possibile.

  • Ricorda che la vita è un attimo e ogni attimo è la vita.

  • Non rinunciare a vivere pensando al tempo che vivrai.

  • Assapora il senso qui e ora.

  • Ho descritto cosa accade quando andiamo con tutta la nostra volontà alla ricerca di noi stessi.

  • Esistono metodi e strumenti che, se ben utilizzati, velocizzano “l’incontro” con noi stessi.

  • Cerca chi ti può essere utile nel percorso e poni la fiducia in colui che senti alleato, in chi ascolta i tuoi bisogni e ti affianca nel realizzarli.

  • Non consultare troppi medici in cerca di conferme : sentirai solo pareri diversi.

  • Poni la fiducia nello specialista che mentre cura la malattia non trascura te e il valore della tua vita.

  • Scegli chi possiede speranza e te la può trasmettere, lasciati aiutare da chi senti che ti sta curando con scienza e coscienza.

  • Fai le cure che i medici riconoscono utili per te e ad esse aggiungi tutto quello che tu senti importante per star bene: ne rafforzerai il risultato.

  • Se ciò che fai risponde alle tue aspettative, rafforzi anche il tuo essere: mente, corpo, spirito e favorisci il tuo benessere.

  • Ti sarà utile praticare yoga, training autogeno e altre attività di armonizzazione mente-corpo.

  • Puoi inoltre eseguire esercizi semplici ma efficaci come

  1. Rituffarti mentalmente in momenti vissuti con piacere e riviverne le emozioni

  2. Visualizzare il tuo corpo in un globo di luce

  3. Scrivere spontaneamente quello che senti prima di coricarti

  4. Immergerti con l’immaginazione in colori che ti rilassano

  5. Ripetere mentalmente OM o altri mantra risananti

  6. Sviluppare la creatività che ti è più consona (dipingi, suona, coltiva fiori o altri hobby)

  7. Chiudere gli occhi e sentire il tuo corpo tranquillo, sano, in armonia con sé stesso.

  • Parlo a te come a un compagno di viaggio e come se ricordassi a me stessa i passaggi essenziali per guarire dal dentro. Dopo il cancro ho incontrato molte migliaia di persone che con atteggiamenti differenti vivevano la mia stessa esperienza. Ho capito che chi riesce ad accogliere l’idea della finitezza sviluppa la capacità di arricchire la propria esistenza e “rischia”, come è successo a me di vivere meglio di prima, perché “vaccinato” psicologicamente contro la paura.

  • Questo è il mio augurio per te : non vivere il cancro come una condanna, come un’espiazione o una vergogna, cogli invece l’occasione per trarne un insegnamento.

  • Concediti di stare dentro la vita con tutto te stesso, coltiva la speranza in ogni circostanza, abbraccia il mondo dentro e fuori di te e volgi lo sguardo all’infinito………..

  • Ti sentirai interiormente libero di esistere