La Scoperta del Deserto

La pratica dello sport nella mia vita tuttavia non è mai stata fine a sé stessa,ma ha assunto il ruolo di strumento di benessere e soprattutto di controllo dello stress che come è noto giuoca un ruolo molto significativo nell’esercizio della mia professione. Gli obiettivi della medicina nel campo in cui opero,cioè dell’oncologia ma non solo dell’oncologia, sono fondamentalmente tre:

  1. guarire le malattie guaribili
  2. prolungare la sopravvivenza delle malattie croniche
  3. migliorare la qualità della vita dei pazienti incurabili.

Purtroppo una quota non trascurabile di questi pazienti appartiene alla terza categoria.
In questi casi la preparazione, l’impegno e la capacità tecnica del medico risulta ininfluente sulla sopravvivenza e sulla sorte del paziente il cui destino resta segnato.
Competenza ed idealismo a volte quindi possono risultare armi spuntate di fronte a problemi insormontabili ed oscuri.
Pertanto chi accetta di fare un lavoro come il mio è costretto a confrontarsi con una
scelta che impone prezzi salatissimi : il primo prezzo è quello di misurare la propria frustrazione nei casi in cui si ha la perdita di un paziente nonostante la competenza e l’impegno profuso.
Il secondo prezzo,difficilissimo da saldare, è quello di essere disponibile un istante dopo a riprendere il proprio posto accanto ad altri pazienti con l’impegno e l’entusiasmo di prima.
Questa lotta continua tra frustrazione ed entusiasmo,impegno imperativo di un aggiornamento costante e quello di una disponibilità ad oltranza nei confronti
del malato ,può mettere alle corde anche il medico più dotato fisicamente e psicologicamente.
E qui non sto a scrivere cose originali ,perché questo fenomeno è così frequente che è
stata descritta una sindrome, la cosiddetta “sindrome del bourn-out”, che si identifica
con lo stress lavorativo specifico delle helping professions , le professioni dell’aiuto che comprendono figure come medici,psicologi,infermieri,insegnanti,assistenti sociali…

Alla lettera il termine bourn-out significa “bruciato” che rende bene l’idea dei suoi effetti che sono diversi dallo stato di stress, perché si concretizzano in tre categorie di disturbi con manifestazioni psicologiche e comportamentali: l’esaurimento emotivo,la depersonalizzazione e la ridotta realizzazione personale.
La sindrome del bourn-out ,che va differenziata dalla nota sindrome da disadattamento,potrebbe essere paragonata ad un misterioso “killer dell’anima”,
invisibile,continuo,penetrante, e inesorabilmente ingravescente.
Se non si corre ai ripari si rischia un exitus energetico,non solo lavorativo,della persona.

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