La Scoperta del Deserto
La pratica dello sport nella mia vita tuttavia
non è mai stata fine a sé stessa,ma ha assunto il
ruolo di strumento di benessere e soprattutto di controllo dello
stress che come è noto giuoca un ruolo molto significativo
nell’esercizio della mia professione. Gli obiettivi della
medicina nel campo in cui opero,cioè dell’oncologia
ma non solo dell’oncologia, sono fondamentalmente tre:
- guarire le malattie guaribili
- prolungare la sopravvivenza delle malattie croniche
- migliorare la qualità della vita dei pazienti incurabili.
Purtroppo una quota non trascurabile di questi
pazienti appartiene alla terza categoria.
In questi casi la preparazione, l’impegno e la capacità
tecnica del medico risulta ininfluente sulla sopravvivenza e sulla
sorte del paziente il cui destino resta segnato.
Competenza ed idealismo a volte quindi possono risultare armi spuntate
di fronte a problemi insormontabili ed oscuri.
Pertanto chi accetta di fare un lavoro come il mio è costretto
a confrontarsi con una
scelta che impone prezzi salatissimi : il primo prezzo è
quello di misurare la propria frustrazione nei casi in cui si ha
la perdita di un paziente nonostante la competenza e l’impegno
profuso.
Il secondo prezzo,difficilissimo da saldare, è quello di
essere disponibile un istante dopo a riprendere il proprio posto
accanto ad altri pazienti con l’impegno e l’entusiasmo
di prima.
Questa lotta continua tra frustrazione ed entusiasmo,impegno imperativo
di un aggiornamento costante e quello di una disponibilità
ad oltranza nei confronti
del malato ,può mettere alle corde anche il medico più
dotato fisicamente e psicologicamente.
E qui non sto a scrivere cose originali ,perché questo fenomeno
è così frequente che è
stata descritta una sindrome, la cosiddetta “sindrome del
bourn-out”, che si identifica
con lo stress lavorativo specifico delle helping professions , le
professioni dell’aiuto che comprendono figure come medici,psicologi,infermieri,insegnanti,assistenti
sociali…
Alla lettera il termine bourn-out significa “bruciato”
che rende bene l’idea dei suoi effetti che sono diversi dallo
stato di stress, perché si concretizzano in tre categorie
di disturbi con manifestazioni psicologiche e comportamentali: l’esaurimento
emotivo,la depersonalizzazione e la ridotta realizzazione personale.
La sindrome del bourn-out ,che va differenziata dalla nota sindrome
da disadattamento,potrebbe essere paragonata ad un misterioso “killer
dell’anima”,
invisibile,continuo,penetrante, e inesorabilmente ingravescente.
Se non si corre ai ripari si rischia un exitus energetico,non solo
lavorativo,della persona.
|