Frutti di bosco contro il cancro

 

 



Ottobre 2012

       

         

Mirtillo Nero

Io consiglio vivamente i frutti di bosco per molte ragioni (antiossidante) e per le sostanze che contengono . Quando si parla di “scientificità” io intendo altro. Per i frutti di bosco, in realtà poiché occupano un ruolo relativamente modesto all’interno del nostro regime alimentare , trattandosi di frutti stagionali, è estremamente difficile determinare il loro impatto sullo sviluppo dei tumori e infatti non sono stati svolti ampi studi, come per altri alimenti, sulla relazione esistente fra il consumo di questi frutti e il rischio di sviluppare il cancro.

Ciò nonostante molti ricercatori li considerano molto importanti nella prevenzione dei tumori, sulla base di evidenze osservazionali sulle popolazioni che ne fanno uso e su studi condotti sulle cellule tumorali di laboratorio, oltre che sugli animali di laboratorio sottoposti a trattamenti che inducono la formazione di tumori.

Perché parliamo di frutti di bosco e non solo del mirtillo ? Perché si consiglia di usarli a rotazione per l’elevato contenuto di due sostanze fondamentali ad azione antitumorale. : l’acido ELLAGICO (lampone, more, noci, fragola) e le ANTOCIANIDINE (mirtillo nero).

L’acido ellagico è contenuto nella stessa quantità nelle more e nei lamponi, ma anche nelle noci, ma a causa delle calorie contenute in queste ultime, si preferisce consigliare il lampone e le more. La fragola passa in secondo piano a causa delle “false” allergie alimentari che può provocare, dovute alla sua capacità di stimolare la liberazione di istamina da parte del sistema immunitario e poi perché contiene il 60 % in meno di acido ellagico rispetto a lampone, more e noci.

Il mirtillo ha maggiori fondamenti popolari e scientifici. Usato nella antica medicina popolare per molte malattie, attualmente, per comprenderne il potere antitumorale, il suo uso è particolarmente interessante nella retinopatia diabetica , che viene causata dalla formazione incontrollata di vasi (angiogenesi) della retina, esattamente a quanto accade quando inizia la sua vita una formazione tumorale.

 E infatti i dati scientifici più recenti suggeriscono che una classe di molecole particolarmente abbondanti nei mirtilli, le antocianidine, potrebbero essere responsabili degli effetti antiangiogenici di questi frutti.

Questo fenomeno è stato ampiamente dimostrato negli animali di laboratorio dove si è osservato che una alimentazione che comprende una percentuale relativamente elevata di lamponi e mirtilli (5%) porta ad una riduzione significativa dei tumori dell’esofago causati dal NMBA un potentissimo cancerogeno.

Quando parlo di mirtillo con attività antitumorali parliamo del mirtillo nero, mentre il mirtillo rosso è indicato nelle infezioni delle vie urinarie. Il mirtillo nero c’è nella varietà europea mirtillo nero "cugino" di quello americano gigante ed è proprio quest'ultimo che veniva usato dagli indiani d'America, che ne facevano largo consumo soprattutto durante le loro carestie. Gli europei proprio dagli indiani hanno copiato tutte le applicazioni in portate molto varie, zuppe, sughi e ovviamente dolci.

Mirtillo Rosso

Il mirtillo rosso occupa uno spazio ridotto nelle abitudini alimentari moderne e purtroppo viene consumato soprattutto come succo.

Non è la stessa cosa, considerando che i succhi commerciali contengono una grande quantità di zucchero e piccolissime quantità delle molecole fitochimiche che conferiscono al frutto le sue proprietà benefiche tra cui la cura delle infezioni urinarie.

E proprio osservando gli indiani d'America usarlo nel trattamento dei disturbi della vescica e dei reni che i coloni hanno scoperto i suoi effetti terapeutici, confermati successivamente da una solida base scientifica( alcuni composti del mirtillo rosso, per semplificare, impediscono ai batteri di legarsi alle cellule del tratto urinario).