Quando e perchè si deve fare
la Risonanza Magnetica (RMM) Mammaria.
Di Salvo Catania - Marzo 2004
La
Risonanza Magnetica Mammaria (RMM), introdotta all’inizio
degli Anni Novanta, è entrata definitivamente nell’uso clinico
con indicazioni ben definite ad integrare le tradizionali
tecniche di diagnostica senologica (Mammografia ed Ecografia).
E’
importante comunque definire le precise indicazioni all’esecuzione
di tale metodica al fine di ottimizzarne l’utilizzo e sfruttarne
le sue indubbie potenzialità.
Si
tratta di un esame introdotto all’inizio degli anni novanta,
ma con indicazioni ben definite da un documento di Consenso
sulla Risonanza Magnetica Mammaria nel corso di un recente
congresso tenutosi a Firenze, pubblicato nella rivista “Attualità
in Senologia”, anno XIII, N°53, Febbraio-Maggio 2008.
La
RM mammaria può essere eseguita con o senza l’utilizzo di
mezzo di contrasto (MdC) paramagnetico in rapporto a specifiche
indicazioni cliniche.
La
RM mammaria senza MdC viene eseguita principalmente per
lo studio degli impianti protesici, in particolare nella
valutazione della sua integrità e delle eventuali complicanze,
sia per le protesi applicate a scopo estetico, sia per le
ricostruzioni dopo interventi oncologici.
E’
indicato il completamento d’indagine con somministrazione
di MdC paramagnetico nel corso della stessa seduta di RM
mammaria, nel sospetto clinico e/o all’imaging convenzionale
di concomitante nodulo parenchimale.
Le
principali indicazioni della RM mammaria con MdC sono:
-
- La sorveglianza di donne ad alto rischio: si intende
per donne ad alto rischio genetico-familiare di tumore
mammario, le pazienti con test genetico positivo per
mutazione patogenica dei geni BRCA1, BRCA2 o TP53 (sindrome
di Li-Fraumeni), le pazienti in cui le stesse mutazioni
sono state accertate in un parente di primo grado senza
che loro stesse abbiano eseguito test genetico e le
donne con importante storia familiare di tumore mammario
valutata da un genetista oncologo. In queste pazienti
si raccomanda l’esecuzione di RM mammaria a cadenza
annuale, nel contesto di programmi di sorveglianza che
includono altresì visita clinica, mammografia ed ecografia.
L’età di inizio di tali controlli può avvenire circa
5-10 anni prima rispetto all’età in cui è stata fatta
diagnosi di tumore al familiare. Nelle donne di età
inferiore ai 36 anni il controllo può essere effettuato
solo con visita clinica, ecografia ed RM mammaria;
-
-
La stadiazione locale pre trattamento chirurgico: la
RM mammaria è indicata in particolare nelle donne con
multiple lesioni nella stessa mammella (multifocalità
o multicentricità) o nella mammella controlaterale sospettate
all’imaging convenzionale o all’esame clinico;
-
- La valutazione dell’effetto della chemioterapia (CT) neoadiuvante: in pazienti con carcinoma mammario localmente
avanzato, la RM mammaria rappresenta la tecnica più
accurata nella valutazione della risposta al trattamento neoadiuvante (chemioterapia prima dell’intervento) da
eseguire in genere prima, durante e al termine della
terapia stessa;
-
- La valutazione della mammella trattata per carcinoma
mediante chirurgia conservativa e/o radioterapia, in
particolare per la diagnosi differenziale tra recidiva
locale (o residuo di malattia) e cicatrice chirurgica:
l’esecuzione della RM mammaria è indicata per la sua
maggiore sensibilità e specificità nelle pazienti con
esame clinico e/o imaging convenzionale sospetti, in
particolare quando l’esame bioptico non è tecnicamente
eseguibile, ha scarse possibilità di essere risolutivo
o è risultato non conclusivo. Inoltre tale metodica
è indicata quando è necessario valutare l’estensione
della recidiva e definire l’adeguato approccio terapeutico;
-
- La sindrome da carcinoma primitivo ignoto: rappresenta
un’indicazione elettiva alla RM mammaria il riscontro
di diagnosi bioptica di metastasi linfonodale o in altra
sede da probabile tumore primitivo mammario, con clinica
ed imaging convenzionale negativi (CUP syndrome= Carcinoma
of Unknown Primary); la RM mammaria ha mostrato in questi
casi elevati livelli di sensibilità, visualizzando la
lesione primitiva non visibile con altre metodiche,
consentendo così di procedere al trattamento più adeguato;
-
- Nella mammella con secrezione dal capezzolo: la RM
mammaria ha mostrato un’elevata accuratezza nell’individuare
lesioni mammarie in pazienti con secrezioni dubbie o
sospette (ematiche, siero-ematiche..), non identificate
alle tecniche tradizionali ed in particolare nei casi
in cui la galattografia sia non eseguibile o non conclusiva.
Fonte
www.medicinaeprevenzione.paginemediche.it
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