E’ MENO AGGRESSIVO IL CARCINOMA NELL’ETA' SENILE?
Di Salvo Catania - Marzo 2004
Poche malattie hanno polarizzato su di sé l’attenzione
del mondo scientifico come è avvenuto per il carcinoma
della mammella, sia perché è al primo posto tra i tumori
del sesso femminile e sia perché la sua incidenza
aumenta progressivamente c on il crescere dell’età.I
dati recenti demografici danno una crescita percentuale
della popolazione senile, associata ad un allungamento
dell’attesa di vita che all’inizio del 900 era di 49
anni, di 72 anni a metà del secolo scorso e di 75 anni
attualmente. Questo vuol dire che attualmente la
popolazione senile, calcolata intorno al 13 % della
popolazione globale, raggiungerà il 18 % nel 2030.
I
dati epidemiologici evidenziano che l’incidenza del
carcinoma mammario cresce con l’aumentare dell’età e
quello della popolazione senile rappresenta il 40% di
tutti i carcinomi della mammella diagnosticati. Il tumore della mammella, si diagnostica in più del
50% dei casi nelle donne con età superiore ai 65 anni e
i dati di mortalità tra anziani e giovani non mostrano
grosse differenze se corretti per le patologie associate
Quando si parla di popolazione senile ,in termini di
età, negli Stati Uniti l’inizio della senilità viene
convenzionalmente fissato a 65 anni, mentre in Europa
c’è la tendenza a considerare i 70 anni come l’inizio
convenzionale della senilità. Quando si parlerà di
trattamenti a questa ultima età si tende a fare
riferimento. E’ sicuramente arduo formulare il quadro
complessivo della senilità, poiché il decadimento delle
funzioni vitali, che caratterizza la senilità, non si
manifesta in maniera uniforme e in una epoca ben
precisa, in tutti i soggetti, ma sempre in termini
percentuali assai variabili.
Diagnosi
.
Dal punto di vista diagnostico la diagnosi è spesso
clinica perché si osservano più frequentemente
neoplasie avanzate e metastatizzate rispetto alla donna
giovane a causa di una certa negligenza da parte della
paziente anziana e a causa della esclusione dei soggetti
con età maggiore di 70 anni dalle campagne di screening
mammografico. Molti tumori sono diagnosticati
tardivamente a causa della scarsa informazione (“pensavo
che alla mia età non potesse più venirmi “) e minore
attenzione dei soggetti stessi e spesso dei medici
curanti verso misure di prevenzione o diagnosi precoce.
In
linea di massima ogni nodulo che compare in età senile è
molto sospetto per cancro. La diagnostica per immagini
ha le stesse indicazioni della paziente più giovane.
L'iter diagnostico non differisce sostanzialmente da
quello della giovane. ( esame clinico, mammografia,
esame citologico). In età senile , dove la componente
adiposa (grasso) è prevalente nella mammella, la
diagnosi mammografica è molto agevole per evidenziare
tumori piccoli anche di pochi mm.
Trattamento chirurgico
Il
trattamento del cancro della donna anziana deve tener
conto non soltanto dello stadio della neoplasia ma anche
dello stato generale e delle patologie associate. Il 40%
delle donne anziane con carcinoma mammario presenta al
momento della diagnosi una patologia concomitante.
Tuttavia la stragrande maggioranza delle donne sarebbe
in grado di tollerare un trattamento definitivo
adeguato.
La
prima regola è: NON GUARDARE L’ETA’ sui documenti o
sulla cartella clinica per prendere una decisione
terapeutica. C’è una categoria .di anziane, cosiddette
“giovani (buone condizioni generali, interessi sociali ,
sportivi e attenzione per la propria immagine) alle
quali deve essere riservato un trattamento, chirurgico
in particolare, non differente da quelle giovani, e che
in caso contrario vivranno abbastanza per rinfacciare ai
medici di essere state sottotrattate. Ciò vale non solo
per il tipo di trattamento chirurgico, ma anche per il
tipo di anestesia. Quando invece ci si trova di fronte
alle donne anziane “anziane” (scadute condizioni
generali e/o > 80 anni) è necessario, caso per caso,
valutare con la collaborazione geriatrica ed il
coinvolgimento dell’anestesista, quale sia lo spazio
terapeutico idoneo tenendo conto del “primum non nocere”
e delle terapie in corso (cardioaspirina,
anticoagulanti orali….). In questi ultimi casi
nodulectomia+analisi definitiva del linfonodo sentinella
in anestesia locale+sedazione assistita è attuabile in
oltre il 75 % dei casi.
Radioterapia
La
radioterapia, che limita significativamente il rischio
di recidive dopo trattamento chirurgico, non andrebbe
mai omessa nell’anziano, salvo casi valutati
attentamente (esempio deficit funzionali con
impossibilità a mantenere la posizione durante la RT…).
E i
parametri di trattamento non si discostano da quelli
usati per le giovani pazienti, pur con le dovute cautele
(ad esempio particolare cura è richiesta nel disegnare i
volumi nelle lesioni a sinistra per non irradiare grosse
porzioni del cuore).
In
particolari sottogruppi definiti a basso rischio dai
parametri biologici ed in età> di 75 anni la RT può
essere evitata.
Terapie sistemiche
L’ormonoterapia, poiché i recettori ormonali sono presenti in percentuale
elevata in questa fascia di età, con antiestrogeni per
2-3 anni seguita dagli Inibitori dell’Aromatasi, è la
terapia di scelta,ovviamente anche perché questo
trattamento è meglio tollerato rispetto alla
chemioterapia.
La
chemioterapia trova minori indicazioni
innanzitutto perché è diminuita nell’anziano la capacità
di rigenerazione del midollo emopoietico e per un più
elevato rischio di infezioni legate alla neutropenia.
L’argomento sulle indicazioni alla chemioterapia
nell’anziano è ancora oggetto di discussioni e i
maggiori oppositori sottolineano i limiti nella
tolleranza di fronte a schemi aggressivi e pertanto
queste indicazioni sono riservate alle pazienti inserite
in studi clinici controllati.
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