Nel caso del trattamento con betacarotene per la prevenzione del cancro dl polmone nei fumatori si è addirittura riscontrato, in due studi, un aumento significativo dell'incidenza. Anche gli studi sui pazienti già sottoposti a polipectomia endoscopica trattati con fibre per la prevenzione di nuovi polipi intestinali hanno dato risultati nulli. Questi risultati indicano che l'osservazione di una minor incidenza di tumori nei pazienti con una dieta ricca di determinate sostanze vegetali non è facilmente riproducibile con la somministrazione di alte dosi delle stesse sostanze sotto forma di preparati farmaceutici e suggeriscono che l'effetto preventivo dipende da un equilibrio complesso di numerosi fattori alimentari a dosi naturali. La progressione dei cloni tumorali, infine, dipende verosimilmente dalla disponibilità di fattori di crescita, in particolare di IGF-I, i cui livelli sierici sono stati riscontrati associati, in studi prospettici recenti, al rischio di carcinoma del colon, di carcinoma della prostata e di carcinoma della mammella in età premenopausale. Ci sono indicazioni che l'IGF-I influenzi anche lo sviluppo del cancro del polmone. I tumori più frequenti delle popolazioni occidentali sembrano quindi condividere un meccanismo eziologico comune che dipende dallo stesso stile alimentare che favorisce altre patologie croniche delle stesse popolazioni: il diabete, le dislipidemie, l'ipertensione, l'obesità, le coronaropatie, le demenze senili. Si tratta della dieta ad alto indice glicemico (zuccheri, farine raffinate, amidi rapidamente digeribili), ricca di grassi saturi (carni rosse e latticini), e povera di semi ed altri alimenti integrali, instauratasi in tutti i paesi industrializzati, che sta alla base della resistenza insulinica. L'iperinsulinemia, basale e/postprandiale, accresce la disponibilità di IGF-I aumentando i recettori per l'ormone della crescita (che ne stimola la sintesi) e inibendo la sintesi epatica di IGF-BP1 e di IGF-BP2, due delle proteine leganti l'IGF-I. L'iperinsulinemia, inoltre, aumenta la disponibilità di ormoni sessuali (e quindi verosimilmente lo sviluppo di tumori ormonodipendenti) promuovendo la sintesi ovarica di androgeni e inibendo la sintesi epatica di SHBG. L'analisi nutrizionale degli studi epidemiologici su dieta e cancro non ha invece identificato con chiarezza la responsabilità di singoli nutrienti, quali grassi totali o saturi, sospetati per i tumori mammari, endometriali, intestinali, e anche polmonari, zuccheri semplici o proteine animali, entrambi sospettati per i tumori del colon. Anche in questo caso non si tratta probabilmente della responsabilità del consumo eccessivo di una singola sostanza, bensi di un pattern globale, in cui un eccesso di grassi animali coopera con un eccesso di carboidrati raffinati e con l'assenza di un insieme di elementi protettivi forniti da alimenti vegetali consumati nella loro integralità invece che come prodotti industriali variamente raffinati e privati di elementi a cui la fisiologia umana si è adattata nel corso dell'evoluzione. La valutazione complessiva dell'insieme dei dati epidemiologici e sperimentali disponibili ha condotto un gruppo di lavoro AIRC/WCRF a concludere che oltre il 30% dei tumori maligni che affliggono l'umanità sarebbe prevenibile mettendo in pratica i comportamenti alimentari di cui è stata dimostrata la potenzialità preventiva: di seguito sono riassunte le raccomandazioni del gruppo di lavoro per la prevenzione del cancro nelle nostre popolazioni, con alcune note in corsivo aggiunte per favorirne un adattamento alla cultura italiana.

Raccomandazioni WCRF/AICR 1997 per uno stile nutrizionale che favorisca la prevenzione del cancro e di altre malattie croniche, con particolare riferimento alla cultura italiana e mediterranea.

1) Scegliere prevalentemente alimenti di origine vegetale, con un'ampia varietà di verdure e di frutta, di legumi e di alimenti amidacei non (o poco) raffinati.
2) Mantenere un peso forma e non aumentare troppo di peso nel corso dell'età adulta (non più di 5 kg)
3) Mantenersi fisicamente attivi per tutta la vita.
4) Mangiare almeno cinque porzioni al giorno (pari a 600-800 gr) di verdura o di frutta, nel corso di tutto l'anno, approfittando della varietà che offrono tutte le stagioni.
5) Basare l'alimentazione quotidiana su cereali e legumi. Preferire prodotti che non abbiano subito importanti trattamenti industriali. Evitare invece il più possibile farine e zuccheri raffinati.
6) Le bevande alcoliche sono sconsigliate. Per chi ne fa uso abituale si raccomanda di non superare due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne .
7) L'uso abituale di carne rossa è sconsigliato. E' preferibile consumare pesce e, qualche volta, carni bianche o carni di animali selvatici.
8) Limitare il consumo di grassi, soprattutto di quelli di origina animale. Vanno bene, invece, piccole quantità di olii vegetali.
9) Evitare il consumo di cibi conservati sotto sale e limitare l'uso di sale per cucinare e per condire. Privilegiare invece le erbe aromatiche.
10-11) Non lasciare a lungo cibi deteriorabili a temperatura ambiente, ma conservarli in frigorifero.
12) Certi additivi alimentari possono essere pericolosi, così come i residui di diserbanti e insetticidi.
13) Evitare il consumo abituale di carni o pesci cotti ad elevate temperature, alla griglia, o affumicati.
14) Per chi segue queste raccomandazioni ogni integratore alimentare o supplemento vitaminico è inutile.
15) Comunque non fumare.

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