Per la quinta volta alla Marathon des Sables

Ferdinando Hardouin

Per il sottoscritto è la quinta volta e sicuramente ,un po' come per altri che ripetono questa esperienza ,la motivazione non è più la semplice partecipazione ma qualche cosa di più profondo. La sfida sicuramente rimane , ma viene un po' meno ,subentra quella strana sensazione che rimane dentro un po' tutti noi ogni qualvolta lasciamo luoghi , paesaggi e gente di questo mondo il più delle volte non completamente compreso da noi occidentali. Non è facile spiegare perché si ci ritorna, è un desiderio inconscio, di riprovare ,di rivedere ,di risentire le persone ,gli odori ,le sofferenze e la infinita gioia dell'agognato traguardo finale ,il passaggio tra ali di folla composta soprattutto da una miriade di bambini, tanti, da fare pensare che lì esistono solo loro e che al nostro passaggio applaudono ,ridono e corrono con noi finchè possono riuscendo a divertirsi anche con questi piccoli gesti ,per noi oramai quasi insignificanti. Devo dire che mi ha molto colpito, considerato il momento storico , di non avere mai avuto la sensazione di apparire ostile agli occhi di queste popolazioni. E' probabile che ci rispettano perché li rispettiamo, ci comportiamo da ospiti e non da intrusi ,cerchiamo di rispettare ed adeguarci ai loro luoghi , alle loro abitudini e alle loro tradizioni senza prevalere e senza esternare mai alcun atteggiamento di superiorità. Sono convinto che solo nella semplicità è possibile avere un dialogo e che lo sport ,praticato al nostro livello esprime proprio tutto questo. Ognuno di noi ,in quel contesto si spoglia di tutto quello che lo fa apparire troppo occidentale e ciò avviene con una tale naturalezza che sorprende persino noi stessi. Sicuramente le guerre non nascono mai per difendere degli ideali o delle religioni ma sempre per far valere i propri interessi economici , è così, da quando l'uomo esiste. Non voglio apparire buonista ,so benissimo che la pace tra i popoli è difficile da ottenere ,è però auspicabile avere più tolleranza con il nostro prossimo,regola che dovrebbe valere sia per i ''singoli'' che per le popolazioni. Sicuramente lo sport come lo pratichiamo noi ,ci avvicina molto a loro , spogliati di tutte le nostre comode abitudini e con la fatica ben disegnata sui nostri volti tutte le differenze appaiono sbiadite e questo sicuramente ci consente il privilegio , non di essere tollerati ma considerati loro amici . Mi chiedono spesso perché continuo ad andare a fare questa gara e la risposta è sempre la stessa :non so se c'è un motivo particolare ,l'unica cosa certa , che ogni volta che ritorno da quelle parti mi sento sereno e felice ,riesco veramente a godere delle meraviglie che mi circondano dimenticando tutte le cose che lascio nella mia vita quotidiana. Anche il desiderio di rincontrare vecchi amici che come mè ripetono questa esperienza , persone , sicuramente particolari e soprattutto piacevoli con cui raccontarsi le proprie storie ,sensazioni e magari problemi che in quel contesto estrapolate dal mondo in cui viviamo ,assumono un significato molto diverso ,fungono da magnete per tornare. Ci sono poi , i campioni di sempre come i fratelli Anshal o come i nostri Marco Gozzano e il mitico Orsus Cunensis ,come è stato soprannominato Marco Olmo ,di nome e di fatto, oramai impossibile abbatterlo. Ci sono i normali come mè e tanti altri e poi coloro ,che, con grande coraggio o incoscienza , si buttano in questa avventura senza una adeguata preparazione ,incontrando fatiche e sofferenze anche fisiche al limite della sopportazione e nonostante tutto terminano lo stesso la gara. Personalmente cerco di andare alla MdS allenato ,soprattutto per poterla fare senza grossi patemi e quindi gustarla anche durante le tappe e non tanto per la classifica che di fatto è una storia ristretta a pochi eletti . Per quel che riguarda la mia preparazione generalmente non è specializzata per questo tipo di gare ,perché rischierei di dovermi allenare sempre solo ,ma contempla un tipo di allenamento adatto sia per fondi lunghi (30 km) che per gare del tipo medio come le campestri che reputo allenanti e divertenti e le strapaesane ,come le chiamo io ,veloci e casciarone. Comunque il kilometraggio medio ,nel periodo di massimo carico (1 mese prima della MdS) in una settimana è di 125 km. Questo schema mi consente comunque di restare nei primi 50 della classifica generale ,mentre in categoria ahimè finchè c'è Olmo non mi resta che stare ,ed è già tanto per me , nei primi tre. Per fare meglio nella generale bisogna "solo" aumentare il Kilometraggio settimanale , bisognerebbe però non lavorare. Alla prossima.