1) - Regressione spontanea del tumore mammario?
Uno studio mammografico condotto in Norvegia ha portato alla controversa
indicazione secondo cui un quinto circa dei tumori mammari individuati
tramite lo screening possa regredire spontaneamente.
Questi tumori condividono con gli altri i medesimi fattori di rischio,
ma presentano un comportamento anomalo la cui esistenza probabilmente
solleverà molte polemiche. Si tratta comunque di un fenomeno già
descritto in altri tumori, come i neuroblastomi pediatrici. L'ipotesi
è difficile da escludere, ma comunque impossibile da verificare
senza uno studio randomizzato controllato che lasci alcune pazienti
senza trattamento.
Quanto rilevato, in ogni caso, nonostante la necessità di diagnosi
precoce del tumore mammario, pone ancora una volta in dubbio il
valore della mammografia nel campo dello screening. (Arch Intern
Med. 2008; 168: 2311-6 e 2302-3)
2) - Psicologia utile nel tumore mammario
Uno studio con un periodo di monitoraggio medio di 11 anni ha dimostrato
che le pazienti con tumore mammario allo stadio 2 che ricevono un
intervento psicologico vanno incontro ad un rischio significativamente
ridotto di recidive e decesso rispetto alle altre.
Questo risultato assolutamente sorprendente potrebbe sottendere
il fatto che l'intervento in questione, consistente in metodi supportato
empiricamente per migliorare umore, atteggiamenti e comportamenti
relativi alla salute, possa essere usato con efficacia nei pazienti
con qualsiasi tipo di tumore.
Un intervento psicologico che riduce lo stress potrebbe verosimilmente
interrompere il processo infiammatorio in atto, limitando quindi
indirettamente la progressione della malattia. (Cancer. 2008; 113:
3450-8)
3) - La nicotina favorisce le metastasi
Il vizio del fumo comporta danni per la salute molto gravi come
è noto. Giorno dopo giorno, tuttavia, la ricerca medica e scientifica
mette in luce nuove ...(Continua)
4) - Primi Test positivi del vaccino contro il
cancro al seno
Il nuovo vaccino contro il tumore al seno sembra essere molto efficace
nella lotta alla malattia. Durante lo studio condotto dai ricercatori
della Wayne State ...(Continua)
5) - Tumore al seno: si può ridurre la recidiva
del 25%
Una volta sconfitto il tumore con l'intervento chirurgico, la paura
piu' grande e' che possa tornare. Nel cancro del seno il rischio
di recidiva resta molto ...(Continua)
6) - Gel alla Lidocaina riduce disagio da mammografia
La lidocaina riduce i fastidi della mammografia Un gel contenente
lidocaina puo' rendere meno traumatica la mammografia e contribuire
ad assicurare alle donne un regolare screening per il cancro del
seno, secondo i risultati di uno studio pubblicato on line su Radiology....(Continua)
7) - IN ARRIVO TRE NUOVE MOLECOLE CHE BLOCCANO
LA RIPRODUZIONE DEI TUMORI
I ricercatori Infm-Cnr e di altri istituti del Cnr e universitari
hanno messo a punto tre molecole sintetiche per abbattere le difese
delle cellule tumorali e bloccarne la riproduzione, ristabilendo
la capacità dell`organismo di distruggerle per mezzo dell'apoptosi.
Le tre molecole vengono ora testate in collaborazione con istituti
di oncologia e con il supporto di gruppi farmaceutici, allo scopo
di tradurle in nuovi farmaci anticancro.
In vitro hanno già dimostrato la loro efficacia su diverse linee
di cellule tumorali scatenando in esse il processo autodistruttivo
dell'apoptosi. L'apoptosi, una vera e propria morte cui la cellula
si condanna quando la sua condizione è troppo danneggiata o compromessa,
puó spesso fallire.
In molti tipi di tumore infatti (come quello della
prostata, della cervice, il colon-rettale, carcinoma polmonare e
altri) l`apoptosi viene inibita da una massicia produzione di XIAP
(X-linked Inhibitor of Apoptosis), una proteina che di norma protegge
dall'apoptosi le cellule sane, ma la cui esagerata presenza impedisce
invece la distruzione di quelle tumorali. Bloccare la Xiap è stato
dunque l'obiettivo degli scienziati.
Per questo i ricercatori di Infm-Cnr sono partiti da una proteina
esistente in natura (Smac-DIABLO), che agisce come suo inibitore
attraverso un particolare tetrapeptide.
Obiettivo del lavoro era ingegnerizzare delle varianti sintetiche
di Smac-DIABLO piú efficaci e rapide nel bloccare la protezione
che la XIAP fornisce alle cellule tumorali.
"Sfruttando la radiazione di sincrotrone, che consente
di analizzare la struttura tridimensionale delle proteine e di 'vederle'
in azione, è stato possibile comprendere i modi in cui la Xiap e
la molecola farmaco si legano, esaminando in dettaglio tutte le
loro interazioni, atomo per atomo", spiega Martino Bolognesi, responsabile
della componente biofisica della ricerca.
Grazie a questa tecnica, si possono valutare le particolarità e
i potenziali difetti delle varie molecole, e sintetizzarne di nuove
che agiscono
8) - Nodulectomia, riquadrantectomia o mastectomia
in caso di recidiva?
Quando si ha una recidiva tumorale in una mammella già precedentemente
trattata con terapia conservativa, l'uso della nodulectomia piuttosto
che della mastectomia è associato ad una diminuzione della sopravvivenza.
Questa opzione viene scelta circa in un quarto dei casi di recidiva:
è probabile che siano le pazienti stesse a richiedere questo tipo
di intervento, e che i medici semplicemente le accontentino, ma
qualsiasi ne siano le motivazioni, questa decisione può abbreviare
la vita della paziente.
Man mano che le terapie per il tumore mammario divengono più mirate
ed i ricercatori si avvicinano all'identificazione dei fattori che
rendono alcuni tumori più aggressivi di altri, l'opzione di raccomandare
seconde o terze nodulectomie potrebbe rendersi disponibile in futuro,
almeno in casi selezionati, ma fino ad allora la mastectomia rimane
la migliore opzione per le donne che vanno incontro a tumori mammari
recidivanti. (Am J Surg 2008; 196: 495-9)
9) - La mammella: screening abbatte mortalità
L'implementazione di un programma di screening ha un impatto profondo
sulla mortalità da tumore mammario. Circa cinque anni dopo l'introduzione
di questi programmi, la mortalità nelle fasce d'età che ne vengono
influenzate conosce infatti un declino di gran lunga superiore rispetto
a quelle non controllate. Studi precedenti avevano invece suggerito
che declini tanto ampi non si sarebbero osservati prima di 10 anni
dall'inizio dei programmi, ma ad esempio nella fascia d'età più
anziana, quella compresa fra 70 e 74 anni, il tasso di mortalità
è diminuito del 4,8 percento all'anno dopo il 2001. (Int J Cancer
2008; 123: 1929-34)
10) - Riconosciuto a paziente diritto a non curarsi
Deve essere riconosciuto al paziente "un vero e proprio diritto
di non curarsi, anche se tale condotta lo esponga al rischio stesso
della vita". Lo ribadisce la Cassazione con una sentenza della terza
sezione civile che, solo di riflesso, può essere accostata al caso
di Eluana Englaro, la ragazza in coma vegetativo da 16 anni.
Solo di riflesso perché la sentenza di piazza Cavour riguarda il
caso di un testimone di Geova che chiedeva il risarcimento dei danni
morali e biologici perché i medici, all'ospedale di Pordenone, gli
avevano praticato una serie di trasfusioni di sangue nonostante
egli avesse attestato il suo no per motivi religiosi, con un cartellino
con scritto 'niente sangue'.
Nel caso in esame la Cassazione, che ha respinto il ricorso di Mirco
G. ha sostenuto che i medici hanno fatto bene a fare le trasfusioni
al paziente giunto in ospedale in fin di vita. In ogni caso, Piazza
Cavour mette nero su bianco che "nell'ipotesi di pericolo grave
e immediato per la vita del paziente, il dissenso del medesimo debba
essere oggetto di manifestazione espressa, inequivoca, attuale,
informata".
E questo perché un conto "è l'espressione di un generico dissenso
a un trattamento in condizioni di piena salute, altro riaffermarlo
puntualmente in una situazione di pericolo di vita.
In quest'ultimo caso, ricorda la Suprema Corte, "è innegabile l'esigenza
che, a manifestare il dissenso al trattamento trasfusionale, sia
o lo stesso paziente che rechi con sé una articolata, puntuale,
espressa dichiarazione dalla quale inequivocamente emerga la volontà
di impedire la trasfusione anche in ipotesi di pericolo di vita,
ovvero un diverso soggetto da lui stesso indicato quale rappresentante
ad acta il quale, dimostrata l'esistenza del proprio potere rappresentativo,
confermi tale dissenso all'esito della ricevuta informazione da
parte dei sanitari".
11) - Studio sulla resistenza del tumore ai trattamenti
Dopo il recente studio degli scienziati dell'Istituto Regina Elena
- che hanno svelato uno dei meccanismi della resistenza all'ormonoterapia
- ora i colleghi della Sapienza hanno scoperto un interruttore 'chiave'
per spegnere la resistenza alle cure. Aprendo, di fatto, la strada
alla messa a punto di una nuova strategia terapeutica per impedire
che la chemio non funzioni.
Lo studio, appena pubblicato su 'Plos One', ha già suscitato l'interesse
di ricercatori e aziende farmaceutiche d'Oltreoceano. "E potrebbe
davvero segnare una svolta nelle cure del carcinoma della mammella",
spiega all'Adnkronos Salute Cinzia Marchese, docente del dipartimento
di Medicina Sperimentale dell'ateneo romano, che ha diretto un gruppo
di ricercatori da anni al lavoro sui meccanismi che controllano
proliferazione e differenziazione delle cellule epiteliali umane.
Lo studio, coordinato da Antonio Angeloni, è stato realizzato interamente
nei laboratori della Sapienza. "Questo tumore è il più frequente
nella popolazione femminile - ricorda la ricercatrice - e rappresenta
la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari. Quando
uno o più familiari di primo grado hanno un cancro al seno, il rischio
di ammalarsi può essere maggiore di cinque o sei volte.
Oggi in molti casi la malattia si può tenere sotto controllo con
terapia ormonale. Tuttavia - prosegue - dopo un certo intervallo
di tempo in molti casi si verifica una progressiva resistenza all'azione
di questi farmaci".
In pratica, il cancro impara a 'difendersi' dai medicinali, che
divengono inefficaci nel controllare la proliferazione delle cellule
tumorali. "Noi siamo riusciti ad aggirare questo problema, grazie
a un interruttore in grado di spegnere in modo selettivo l'espressione
del KGFR (il recettore per il fattore di crescita dei cheratinociti,
KGF).
Così, infatti, è stato possibile restituire efficacia
ai medicinali". Tradurre la tecnica messa a punto nel laboratorio
romano in un farmaco spegni-resistenza potrà, davvero, cambiare
il volto delle cure.
Ma che cos'è l'interruttore su cui hanno lavorato gli studiosi della
Sapienza? "Il KGFR è un recettore tirosino-chinasi localizzato sulla
membrana plasmatica delle cellule epiteliali - spiega la Marchese
- in grado di controllarne la crescita, la differenziazione e la
sopravvivenza". Si tratta di una delle molecole chiave implicate
nei meccanismi di resistenza al trattamento ormonale.
I risultati dello studio dimostrano che 'spegnere' in modo mirato
il recettore KGFR - trasferendo Rna interferenti su cellule di tumore
del seno - è stato in grado di ripristinare l'efficacia di farmaci
antiblastici, rendendo non più necessario il trattamento con altri
medicinali.
"I dati ottenuti nei modelli cellulari si sono dimostrati molto
promettenti - assicura la Marchese - indicando un nuovo possibile
approccio terapeutico nel trattamento di tumori di natura epiteliale,
e nei casi in cui si sia sviluppata nel tempo una farmaco-resistenza".
Insomma, l'interruttore può essere utile non solo contro il cancro
al seno, ma anche contro altri tipi di tumore. Il passo successivo
del lavoro, che vede fra gli autori Luigi Frati, preside della Facoltà
di Medicina della Sapienza, sarà quello di procedere a una fase
pre-clinica.
Per valutare l'efficacia di questo nuovo approccio terapeutico in
alcune pazienti con tumori divenuti resistenti ai trattamenti
12) - UN’ALIMENTAZIONE CORRETTA CONTRO IL CANCRO
AL SENO
Per ridurre le recidive del tumore al seno del 25-30% nelle donne
a rischio occorre bandire dalle tavole le farine 'super-raffinate',
gli zuccheri, il latte, le uova.
La Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano,
in collaborazione con l'Istituto europeo di oncologia, e altri centri
di Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Torino, Avezzano, ha lanciato
il progetto Diana 5, per studiare la prevenzione dei tumori attraverso
l'alimentazione e lo stile di vita. Sulla base di questi presupposti
prenderà il via uno studio sulle recidive dei tumori al seno.Il
reclutamento e' aperto: si cercano 2 mila donne, operate per tumore
al seno.
La candidata ideale deve avere un'eta' compresa tra 35 e 70 anni,
aver avuto un tumore alla mammella negli ultimi cinque anni, senza
recidive.
Essere disponibile a sottoporsi a un prelievo di sangue, a misurazioni
di peso, circonferenza vita, pressione arteriosa e a compilare questionari
periodici. Infine, essere disponibile a modificare alimentazione
e stile di vita. Verranno viste 4 mila pazienti, di cui la meta'
sara' selezionata, ma a tutte verranno date le raccomandazioni alimentari
che la ricerca scientifica ha dimostrato utili per la prevenzione
di tumori e recidive. I responsabili del progetto sfruttano le conoscenze
acquisite nei precedenti studi, fra cui gli altri Diana.
Il principio, spiega Franco Berrino, direttore del dipartimento
di Medicina preventiva e predittiva dell'Int, "e' che le donne che
hanno livelli alti nel sangue di ormoni sessuali, di insulina e
del fattore di crescita IGF-1 si ammalano di piu' e, se si sono
gia' ammalate, hanno piu' frequentemente recidive della malattia,
perche' l'abbondanza di questi fattori consente ad eventuali cellule
tumorali di moltiplicarsi".
13) - Allattamento reduce il rischio
- Cancer - Allattamento e carcinoma mammario - Le donne che hanno
allattato per almeno sei mesi presentano un rischio ridotto di "triple-negative
breast cancer"
14) - Fumo passivo e carcinoma mammario
- International Journal of Epidemiology - / Fumo passivo e carcinoma
mammario - L'esposizione al fumo passivo, in donne non fumatrici,
non aumenta il rischio di sviluppare carcinomi mammari.
15) - Stress e carcinoma mammario
- Genes Chromosomes Cancer - / Il cortisolo, ormone correlato allo
stress, sopprime l'espressione del gene antitumorale BRCA1: ciò
può rappresentare un possibile meccanismo molecolare della relazione
tra carcinoma mammario e stress.
16) - Attività fisica e carcinoma mammario premenopausale
Una regolare attività fisica è associata ad un ridotto rischio di
carcinoma mammario premenopausale
17) - Raggi ultravioletti B e carcinoma mammario
I raggi ultravioletti B, correlati alla esposizione solare, hanno
un ruolo protettivo nei confronti del carcinoma mammario .The Breast
18) - HPV e carcinoma mammario
Il papillomavirus umano non sembra giocare un ruolo significativo
nella eziopatogenesi del carcinoma mammario- Breast Cancer Research
and Treatment
19) - Aspirina a basse dosi e rischio di carcinoma
mammario
L'utilizzo di aspirina a basse dosi non ha dimostrato un effetto
protettivo nei confronti del carcinoma mammario - British Journal
of Cancer
20) - Diabete gestazionale e carcinoma mammario
Il diabete gestazionale può rappresentare un importante fattore
di rischio per il tumore al seno in donne in postmenopausa.
Breast Cancer Research and Treatment
21) - Aspirina e carcinoma mammario
Basse dosi di aspirina non hanno dimostrato un effetto protettivo
nei confronti del carcinoma mammario
British Journal of Cancer
22) - Assunzione di fibre e rischio di carcinoma
mammario
L'assunzione di fibre alimentari, attraverso l'uso di frutta, verdura
e cereali, può ridurre la probabilità di sviluppare un carcinoma
mammario in donne in postmenopausa International
Journal of Oncology
23) - Radioterapia per carcinoma mammario, fumo
di sigaretta e carcinoma polmonare
La radioterapia postmastectomia aumenta significativamente, nelle
fumatrici, il rischio di tumori polmonari, in particolare ipsilaterali
Journal of Clinical Oncology
24) - Terapia ormonale sostitutiva e carcinoma
mammario
Anche solo tre anni di terapia ormonale sostitutiva combinata con
estrogeni e progestinici aumentano, in donne in menopausa, il rischio
di carcinomi mammari lobulari
Cancer Epidemiology,
25) - Trattamento sistemico adiuvante e rischio
di carcinoma mammario controlaterale
Il trattamento sistemico adiuvante riduce il rischio di sviluppare
un tumore al seno controlaterale - Journal of the National Cancer
Institute -
26) - Depressione e rischio di tumore al seno
Una pregressa storia clinica di depressione aumenta significativamente
il rischio di sviluppare, dopo molti anni, una neoplasia del seno
Clinical Practice and Epidemiology in Mental Health
27) - Stress lavorativo e carcinoma mammario
Lo stress lavorativo non aumenta la probabilità di manifestare un
carcinoma mammario
Cancer Causes and Control
28) - Removing 5 sentinel lymph nodes is enough for accurate lymph node staging in the vast majority of breast cancers
Our study determines how many sentinel lymph nodes (SLNs) need to be removed for accurate lymph node staging and which patient and tumor characteristics influence this number. Data from 777 patients with at least 1 SLN that was positive for cancer have been collected in this retrospective study. The mean number of SLNs removed in the 777 lymph node-positive patients was 2.9 (range, 1-13 SLNs). Greater than 99% of positive SLNs were identified in the first 5 lymph nodes removed. On multivariate analysis, mixed ductal and lobular histo logy, Caucasian race, inner quadrant tumor location, and T1 tumor classification significantly increased the number of SLNs that needed to be removed to achieve 99% recovery of all positive SLNs. In general, the removal of a maximum of 5 SLNs at surgery allowed for the recovery of >99% of positive SLNs in patients with breast cancer. Tumor histology, patient race, and tumor size and location may influence this number.
Bibliographic Reference
Yi M et al.: "How many sentinel lymph nodes are enough during sentinel lymph node dissection for breast cancer?", Cancer. 2008 [Epub ahead of print]
Kelly K. Hunt
Surgical Breast Section, Department of Surgical Oncology, M. D. Anderson Cancer Center, Houston, TX,
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PAGINA IN ALLESTIMENTO
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